IIS Giosuè Carducci - Roma

IIS Giosuè Carducci - Roma

Commenti

Chiunque fosse interessato, in vista di una possibile iscrizione, ad avere un colloquio individuale con i responsabili Bes/Dsa dell'Istituto, può prenotarsi al seguente link
https://docs.google.com/forms/d/1F5FLd2lpASRgOPq5j0NrrZIpZVqH9GpQMKkhRa6p5eU/edit?usp=sharing
Open Day a.s. 2022-2023
Prenotazione obbligatoria tramite link
https://docs.google.com/forms/d/1QtrHzuDLvVWudeDLP5U0kd_LgbwSEhvihdNMe6xKaws/edit?usp=sharing
È possibile prenotarsi ad uno solo degli incontri. I genitori ammessi alla prenotazione riceveranno nelle 24 ore che precedono l’incontro, il link utile per collegarsi.
I ragazzi avranno inoltre modo di interagire con gli insegnanti attraverso laboratori online dedicati varie materie d’indirizzo. Per poter partecipare alle lezioni di orientamento in entrata prenotarsi collegandosi al link: https://docs.google.com/forms/d/1lwiG1hgKkQHvPcDmVAlsexAM2pydl7IX1P1rQB_2-tc/edit?usp=sharing
I Licei delle Scienze umane raccolgono sempre più iscrizioni collocandosi al secondo posto tra le scelte nelle immatricolazioni alla scuola secondaria superiore.
Scegli il Carducci
https://iisviaasmara28.it/
Diploma con cui trovare subito lavoro: operatore di comunità o per l'autonomia, supporto alle attività educative e di mediazione culturale.
Al via le iscrizioni online alle classi prime per l'anno scolastico 2021/2022. Le domande potranno essere effettuate fino a lunedì 25 gennaio.

Tutte le info ▶️ https://iisviaasmara28.it/index.php/iscrizioni-2020-22
Investi sul futuro
Ottieni il diploma
👇👇👇
Secondo la ricerca Eduscopio 2020-21 il professionale per la sanità e per l'assistenza sociale dell'Istituto Carducci risulta il decimo di Roma tra i professionali per servizi (e nei primi tre per quanto riguarda i servizi per la sanità e assistenza sociale) quanto a collocazione lavorativa di studenti e studentesse diplomate.

Istituto di Istruzione Superiore Giosuè Carducci - Roma. http://iisviaasmara28.it/ Sezione associata: “Piero Gobetti” Largo di Villa Paganini, n. 6.

L’Istituto d’Istruzione Superiore "Giosuè Carducci" è composto dalle seguenti sezioni associate, dislocate in tre sedi, collocate in costruzioni d’epoca e situate in quartieri centrali facilmente raggiungibili con i mezzi pubblici urbani ed extraurbani:
Sede centrale: “Giosuè Carducci” Via Asmara, n. 28. Indirizzi di studio: Liceo Linguistico - Liceo delle Scienze Umane - Liceo delle Scienze Uman

Normali funzionamento

05/06/2023
08/11/2022

Al Carducci puoi provare le lezioni 👩‍🏫 prima di iscriverti.
Vieni ai nostri laboratori per le classi terze della scuola media 🎒.
👇👇👇

07/11/2022

Tornano gli e le altre iniziative di dell'istituto IIS Giosuè Carducci - Roma
👩‍🎓🧑‍🎓👩‍🏫🧑‍🏫
La nostra storia, il tuo futuro.
👇👇👇

14/11/2021

Open Day a.s. 2022-2023
Prenotazione obbligatoria tramite link
https://docs.google.com/forms/d/1QtrHzuDLvVWudeDLP5U0kd_LgbwSEhvihdNMe6xKaws/edit?usp=sharing
È possibile prenotarsi ad uno solo degli incontri. I genitori ammessi alla prenotazione riceveranno nelle 24 ore che precedono l’incontro, il link utile per collegarsi.
I ragazzi avranno inoltre modo di interagire con gli insegnanti attraverso laboratori online dedicati varie materie d’indirizzo. Per poter partecipare alle lezioni di orientamento in entrata prenotarsi collegandosi al link: https://docs.google.com/forms/d/1lwiG1hgKkQHvPcDmVAlsexAM2pydl7IX1P1rQB_2-tc/edit?usp=sharing

26/01/2021

I Licei delle Scienze umane raccolgono sempre più iscrizioni collocandosi al secondo posto tra le scelte nelle immatricolazioni alla scuola secondaria superiore.

, come è andata?

Il 57,8% delle studentesse e degli studenti si è iscritto ad un indirizzo liceale, il 30,3% ha scelto un Istituto Tecnico, l'11,9% un Professionale. Sul nostro sito trovate i primi dati sulle iscrizioni online per l’anno scolastico 2021/2022.

▶️ https://www.miur.gov.it/web/guest/-/iscrizioni-i-primi-dati-il-57-8-degli-studenti-sceglie-i-licei-il-30-3-gli-istituti-tecnici-l-11-9-i-professionali

ISTITUTO PROFESSIONALE SERVIZI PER LA SANITÀ E PER L'ASSISTENZA SOCIALE 10/01/2021

Diploma con cui trovare subito lavoro: operatore di comunità o per l'autonomia, supporto alle attività educative e di mediazione culturale.

ISTITUTO PROFESSIONALE SERVIZI PER LA SANITÀ E PER L'ASSISTENZA SOCIALE Sede - Largo di Villa Paganini, 6 - RomaCodice meccanografico: RMRF02701RPrepara professionisti competenti nell'organizzazione e attuazione di interventi ade...

07/12/2020

LA FILOSOFIA FLUIDA DI PASCAL

di Stefano Cazzato

Come molte altre conversioni, da quella di Paolo a quella di Agostino, anche quella di Blaise Pascal fu il frutto di una crisi mistica; una crisi che sarebbe avvenuta nella notte di fuoco del 23 novembre del 1654, che lo portò lontano dalla ragione e dai piaceri mondani e, attraverso la mediazione del giansenismo, dalle parti della grazia. Da quel momento sembra che avesse sempre con sé il “Memoriale”, il foglio attestante la sua confessione di fede. Che infatti fu ritrovato alla morte cucito alla sua giacca.
Ma la sua epoca era quella della scienza e dell’esperienza, e il clima culturale quello che esaltava la dignità dell’uomo congiuntamente alla centralità delle facoltà intellettuali. Egli stesso aveva ricevuto un’educazione matematica e scientifica, e di matematica e di scienza trattano i primi lavori che precedono le due grandi opere della maturità: “Le Provinciali”, uno scambio epistolare tra due personaggi su temi teologici, e i “Pensieri”, un progetto di apologetica cristiana.
Non deve sorprendere dunque che - pur abbandonandosi a Dio e al dono della fede – mai Pascal pensò di svalutare il ruolo della ragione, né mai si lasciò andare a tentazioni scettiche e pirroniane. Semplicemente ripensò la razionalità umana alla luce dei limiti del pensiero scolastico, e la ricollocò nel mondo delle realtà finite, negandole la possibilità di penetrare quello delle realtà infinite e di rispondere alle domande ultime dell’uomo.
Semmai bisogna chiedersi quale fu la ragione di Pascal, visto che le parole - come egli stesso affermava in una sua operetta giovanile dedicata al metodo - se non sono ben definite portano a controversie e fraintendimenti; se si trattò della ragione dimostrativa fatta di premesse nominali e di lunghe catene deduttive, o di quella sperimentale che parte dai fatti e procede a conclusioni conseguenti, se -insomma - fu quella di Cartesio o quella dei naturalisti come Vanini, Telesio, Bacone.
Non c’è dubbio che Pascal si riferisse a questo secondo modello, se è vero che proprio dalla constatazione di un fatto prese lo spunto tutta la sua riflessione: il fatto, che è sotto gli occhi di tutti, è la caduta dell’uomo, la perduta grandezza di un essere originariamente pensato a immagine di Dio ma che ora, come dimostra l’esperienza, è esposto a ogni genere di vizio e reso indifferente al richiamo dell’infinito.
Anche volesse o desiderasse Dio, perché ne sente ancora un’eco lontana, una nostalgia affettiva, l’uomo da solo con le sue sole forze non potrebbe trovarlo.
Ha scritto Adriano Bausola nella sua “Introduzione a Pascal” che “dall’incontro tra lo spirito positivo, sperimentale, con l’insegnamento giansenistico, nasce il metodo dell’apologetica pascaliana: non dimostrazioni partenti da astrattissimi principi … ma rilevazione concretissima di ciò che di fatto è l’uomo; e di fatto l’uomo risulta proprio quello che il peccato originale insegna”.
Ebbene, questo è secondo il Pascal il fatto più evidente in cui si imbatte chi osservi senza pregiudizi, in modo “sperimentale”, gli uomini, questo è lo spartiacque essenziale dell’essere, lo scarto storico e ontologico che da un certo punto in poi si è prodotto, l’evento da cui non si può prescindere sia sul piano antropologico e psicologico che su quello gnoseologico: la natura dell’uomo è doppia, grande e misera (la celebre canna al vento) allo stesso tempo, fatta di slanci altruistici, di aspirazioni nobili, ma anche di incertezze, dubbi, errori; la sua condizione esistenziale è quella di chi percepisce dietro un appagamento di superficie, relativo al momento, il desiderio di una felicità più profonda e più salda che rimanda al futuro; doppia è anche la sua intelligenza, potente, e quindi da assecondare e valorizzare, per quel che riguarda le disquisizioni sul mondo, ma decisamente inadeguata per misurarsi con un Dio absconditus che non si manifesta nei termini della presenza oggettiva: da un lato c’è la strada della volontà e del pensare, con cui si entra in possesso per via razionale delle verità terrene e morali, e, dall’altra, la strada della grazia e del credere che porta più direttamente alle verità eterne, alla quiete dell’anima e alla salvezza. La prima può solo supportare, ancorare, rendere più forte una conquista che viene da un’altra parte, che si produce in un altro modo.
Sono molti i passi dei “Pensieri” che insistono su questa ambivalenza ma soprattutto sulla superiorità della fede sull’intelletto: “Il Dio dei cristiani non è semplicemente un Dio autore di verità geometriche e dell’ordine degli elementi; tale è la concezione dei pagani e degli epicurei. Non è neppure soltanto un Dio che esercita la sua provvidenza sulla vita e sui beni degli uomini per donare un felice seguito a coloro che l’adorano; questa è la parte riservata agli ebrei. Ma il Dio di Abramo, di Isacco, Giacobbe, il Dio dei cristiani è un Dio di amore e di consolazione; che riempie l’anima e il cuore di coloro che lo possiedono; che fa sentire interiormente la loro miseria e la sua misericordia infinita; che si unisce dal profondo alla loro anima”.
Siamo all’esprit de finesse di cui tanto si è parlato negli studi su Pascal, contrapponendolo, talvolta in modo troppo intransigente, a quello de geometrie.
La finesse è la potenza del cuore, dell’intuizione, dell’introspezione, che è poi la via della fede autentica, della scommessa, dell’ascolto, del silenzio di fronte al mistero, della speranza che continua a operare nell’animo umano anche quando le prove logiche dovessero dire il contrario. La via della soggettività, della singolarità, dell’impegno che l’uomo si assume in prima persona misurandosi con la propria debolezza, il sentimento dell’angoscia e l’orrore del vuoto: la via che - è il caso di ricordarlo - tanto piacque agli esistenzialisti religiosi e, primo fra tutti, a Soren Kierkegaard.
A tale soggettività, una soggettività a questo punto ben lontana da certe propaggini antropocentriche dell’umanesimo e soprattutto dal razionalismo di Cartesio, semmai più vicina alla sensibilità postmoderna di un Montaigne, Pascal dedica queste splendide considerazioni tratte sempre dal suo capolavoro:
“Ecco la nostra vera condizione e quel che ci rende incapaci di sapere con certezza e di ignorare in modo assoluto. Noi voghiamo in mezzo a un vasto mare, sempre incerti e fluttuanti, sospinti dall’una all’altra sponda.
Qualunque scoglio, a cui pensiamo attaccarci per rimanere fermi, si scuote e ci lascia, e, se noi lo seguiamo, si sottrare alla nostra presa, scivola e fugge in un’eterna fuga.
Nulla si ferma per noi. Ecco lo stato che ci è naturale e tuttavia il più contrario delle nostre inclinazioni; noi bruciamo dal desiderio di trovare una salda posizione ed un’ultima base consistente per edificarvi una torre che si elevi all’infinito, ma ogni nostro fondamento si screpola e la terra si apre fino agli abissi.”
Forse è il caso di chiedersi, in ultimo, se gli stessi “Pensieri”, il cui carattere inconcluso e disorganico molti studiosi attribuiscono alla morte prematura del loro autore, non siano il riflesso di questa soggettività frammentaria, sfilacciata e dolente, la forma stessa del filosofare fluido e antisistematico di Pascal.
Sembrerebbe di sì leggendo quanto Emil Cioran di lui ha lasciato scritto nei suoi Quaderni: “Quasi tutti i pensieri di Pascal sembrano concepiti verso le tre del mattino, nel cuore di una veglia dolorosa”.

03/12/2020

RUSSELL, DIO E LA RELIGIONE

di Stefano Cazzato

Italo Calvino sosteneva che un classico “è un libro che non ha mai finito di dire quello che ha da dire”. E classici potrebbero definirsi quegli autori che possono ancora parlare a noi moderni e illuminarci, pur senza fornirci risposte definitive, sulle questioni centrali dell’esistenza. Un classico è sicuramente il filosofo e matematico Bertrand Russell. Di lui molto si è discusso negli ultimi trent’anni in ambito logico-scientifico. Le sue posizioni empiriste sono state criticate, corrette, integrate e, per molti aspetti, superate. Si racconta che, per esemplificare le sue tesi, Russel dicesse che non si può capire il significato della parola formaggio se non lo abbiamo prima annusato o assaggiato. Oggi sappiamo invece che il significato di una parola o di un enunciato va distinto dalla questione della sua verità, e che ci possono essere termini che hanno un significato anche se non descrivono cose o rapporti tra cose esistenti.
Ma c’è un modo critico, alla Russell, di fare filosofia, che è ancora attuale perché, di questo modo, abbiamo un gran bisogno. Russell fu un pensatore rigoroso e scientifico ma nello stesso tempo chiaro, divulgativo, mosso da un insopprimibile bisogno di portare la filosofia al di fuori dei suoi luoghi accademici ed elitari per farne un oggetto di discussione pubblica. Fu un pensatore libero o, come amava definirsi, un libero pensatore, “ un cacciatore di verità” con l’ambizione di “rompere le catene della schiavitù mentale”. Fu, soprattutto, un pensatore laico, rispetto alla scienza (esaltata come discorso della ragione e della verità, ma ritenuta fallibile come ogni espressione umana), rispetto alla religione (apprezzata come esperienza spirituale e morale ma condannata senza appello come causa di formalismo, potere e fanatismo) e rispetto al marxismo (trasformatosi da dottrina politica in una fede cieca e incrollabile).
Chiarezza, libertà, laicità: ecco il metodo filosofico che questo libro ( "Dio e la religione", a cura di Al Seckel, Newton, 2009, pp.210) ci aiuta a riscoprire a partire dall’interesse che il pensatore scozzese, pur professandosi radicalmente agnostico, nutrì nei confronti del fenomeno religioso al quale dedicò nel corso della sua lunga vita una produzione vastissima fatta di pamphlet, interviste, discorsi radiofonici, articoli, saggi.
Il nucleo centrale della critica russselliana alla religione poggia sugli argomenti classici del razionalismo, del liberalismo (quello di Locke, di Mill, di Kant) e dell’illuminismo: le evidenze empiriche, i dati di fatto, i procedimenti dimostrativi escludono la plausibilità delle verità religiose; delle religioni può essere accolto il richiamo alla benevolenza e alla ca**tà ma vanno rifiutati il contenuto dogmatico, la presunzione di infallibilità, il senso del peccato e del castigo e altre “assurdità intellettuali” ; la religione non è l’unica fonte della vita morale che trova invece la sua ragion d’essere nella capacità di autodeterminazione dell’uomo e nel tribunale di una coscienza informata e consapevole; il senso religioso è un sentimento molto diverso da una credenza istituzionalizzata e ritualizzata; infine, quello che veramente è insopportabile nelle religioni è la carica di violenza e di intolleranza che spesso esprimono, tanto che se proprio se ne deve seguire una meglio seguire il “meno persecutorio” buddhismo o il particolarissimo credo religioso di Ghandi, sintesi di “cristianesimo primitivo” e “della dolcezza di San Francesco”.
La marcia in più di questa critica sta però nell’applicare al discorso religioso gli strumenti dell’analisi tra cui il procedimento della definizione nel quale Russell è stato un maestro indiscusso. Le parole della fede (cristiano, anima, immortalità, divinità, spirito, creazione) non hanno alcun senso e non possono essere oggetto di nessuna argomentazione o confutazione, se prima non ci si mette d’accordo sul loro significato attraverso una definizione chiara e condivisa. Emblematico di questo uso argomentativo della definizione sono scritti come “Cosa significa essere agnostico”, “Sono ateo o agnostico?”, “Cos’è l’anima?” e naturalmente il saggio sulla religione più conosciuto di Russell: “Perché non sono cristiano”.
Se essere cristiano, dice Russell, significa credere nell’immortalità dell’anima e nella divinità di Cristo, allora non lo sono. “ Se per cristiano si intende una persona che ama il suo prossimo, che è molto sensibile di fronte alle sofferenze, e che desidera ardentemente che il mondo venga liberato da tutte le crudeltà e gli orrori che lo rendono brutale, allora sì che sareste autorizzati a definirmi cristiano. In tal senso, penso che potreste trovare più cristiani fra gli agnostici che fra gli ortodossi. Tuttavia, per quanto mi riguarda, non posso accettare tale definizione. Infatti, al di là di qualsiasi obiezione, non mi sembra corretto nei confronti degli ebrei, dei buddisti, dei musulmani e degli altri non-cristiani che, come la storia ha dimostrato, sono stati capaci di mettere in pratica le stesse virtù che attualmente i cristiani dichiarano con arroganza esser proprie della loro religione”. I tempi cambiano, si sa, ma alla luce di questa lezione di pluralismo e di tolleranza, sarebbe interessante sapere cosa penserebbe oggi Russell dei cosiddetti atei devoti e cosa pensano gli atei devoti di un grande - e vero - liberale come Russell.

23/11/2020

QUANDO MARX VOLTÒ LE SPALLE ALLA FAMIGLIA

di Stefano Cazzato

Un primo approccio al pensiero di Karl Marx potrebbe prendere le mosse da due parricidi simbolici che egli ebbe a compiere nel corso della sua giovinezza. Il primo nei confronti di Hegel, il padre filosofico, da cui, insieme ai giovani della cosiddetta sinistra hegeliana, prese le distanze rivendicando con orgoglio la svolta materialistica della sua filosofia.
Il secondo parricidio il futuro rivoluzionario lo compì nei confronti del padre biologico, il vecchio e malandato Heinrich, che avrebbe voluto fare del figlio un apprezzato e benestante avvocato, avviandolo attraverso gli studi di giurisprudenza verso la più classica delle sistemazioni borghesi.
Ebbene questo libretto contiene, tra l’altro, la lettera molto ferma con cui Karl da Berlino annuncia al padre la decisione di lasciare gli studi giuridici per quelli filosofici, e la risposta, altrettanto ferma, anzi molto dura, con cui Heinrich censura questa decisione come l’ennesimo capriccio di un figlio sbandato, spendaccione, arrogante, intellettualoide, che non tiene in alcun conto i sacrifici e gli affetti familiari.
A Karl che, con entusiasmo romantico, gli rivela che “senza filosofia non si viene a capo di nulla”, Heinrich laconicamente risponde: “io voglio e devo dirti che tu hai dato ai tuoi genitori molti dispiaceri e poca o nessuna gioia”.
Uno scambio di lettere che è dunque la storia di un’incomprensione, di una rottura, ma anche di un’iniziazione alla vita e alla maturità. Vi si legge uno scontro generazionale, ma anche esistenziale, morale e politico. Karl sembra aver ragione non foss’altro perché la sua decisione di dedicarsi anima e corpo alla filosofia, tutt’altro che capricciosa e istintiva, appare dettata da una scelta di campo, di valori, di libertà, in cui è il senso stesso della vita ad essere in gioco più che le possibilità di carriera che invece stanno esclusivamente a cuore al padre.
É noto come siano andate le cose: Marx pagò a caro prezzo l’interruzione degli studi giuridici, sia a livello affettivo (il padre di fatto non lo approvò mai e il figlio, di tutta risposta, non partecipò ai suoi funerali ritenendo di avere cose più importanti da fare lontano da Treviri), sia a livello economico (Marx visse sino alla fine dei suoi giorni in uno stato di bisogno e di povertà).
Il libro contiene anche una brevissima lettera della madre, Henriette, che non nasconde il suo dispiacere circa il fatto che Karl si faccia sentire e vedere poco e che, soprattutto, non ritorni a casa per la Pasqua, nonostante le sorelle lo attendano con impazienza e il padre, molto malato, potrebbe trarre giovamento dalla sua presenza.
Su tutto prevale però l’amore di mamma: “Io do più importanza al sentimento che alla ragione e rimpiango, caro Karl, che tu sei troppo razionale. Il mio profondo amore non devi misurarlo in base alla mia lettera; ci sono tempi dove si sente molto e si sa dire poco”.
Tuttavia, da quest’orecchio, Marx non ci sentiva. Per lui c’era qualcosa di più sacro della famiglia, dei sentimenti piccoli-borghesi, della quotidianità, una specie di destino che lo chiamava a una missione più alta che ribadì nella famosa Tesi 11 delle “Tesi su Feuerbach”: “i filosofi hanno soltanto diversamente interpretato il mondo, si tratta di trasformarlo”.

16/11/2020

LA TEODICEA ESISTENZIALE DI KIERKEGAARD

di Stefano Cazzato

Tra il 1813 e il 1814 il grande filosofo danese Søren Kierkegaard pubblicò 18 Discorsi edificanti con lo scopo di definire, prima per sé e poi per il suo lettore, il corretto rapporto tra Dio e il credente, una volta che l’uomo, messo di fronte al bivio dell’aut-aut, avesse scelto Dio nel cammino dell’esistenza.
Nonostante il titolo (“Discorsi edificanti”), Kierkegaard precisa subito, a scanso di equivoci, che non vuole fare né il predicatore né il maestro ma solo gettare un fiore nel bosco che chi vorrà potrà cogliere e accogliere. E lo fa in queste pagine a partire dalle parole dell’apostolo Giacomo che dicono: “ogni dono buono e perfetto viene dall’alto e discende dal Padre delle luci nel quale non c’è alterazione e ombra di cambiamento”.
Ben altro fiore piantato nel cuore è quello della fede, possibilità decisiva di redenzione che si spalanca davanti all’uomo per riscattarne la precarietà e l’angoscia. Nessun credente può donare a un altro la fede (se non compromettendone l’essenziale carattere di scelta, di possibilità, di dedizione, di abbandono) come nessuno poté aiutare Abramo nella prova tremenda che - come Kierkegaard racconta in "Timore e tremore" - pose il cavaliere della fede contro l’etica solo di fronte a Dio; ma se la fede non può essere donata, la fede è la fonte di tutti i doni al punto che lo stesso rapporto tra l’uomo e Dio si configura come un rapporto tra donatario e donatore.
Il che non significa che l’uomo possa tentare Dio, chiedergli il dono, pretenderlo, avvicinarlo con persuasioni e preghiere, legarlo a una logica di scambio e di ricompensa. Il dono appartiene alla grazia e non all’economia e il peccato maggiore sarebbe quello di ridurlo a un do ut des.
Del resto solo Dio sa cosa è bene per l’uomo, nonché il quando e il come delle sue benedizioni, e ogni pretesa dell’uomo voler ridurre il disegno, comunque buono, di Dio alle sue considerazioni razionali è un tradimento del rapporto, una prova di lontananza, di incomprensione e di sfiducia.
Inoltre quelli che sembrano silenzi preludono a nuove parole, le apparenti chiusure ad altre aperture, l’indifferenza supposta di Dio a doni sempre più grandi. Un Dio che non risponde alle richieste non è un Dio lontano, né debole di fronte al male, ma un Dio che possiede un’idea del bene diversa da quella umana. “Avresti voluto che la concezione che Dio ha circa ciò che ti giova dovesse essere la tua, ma al tempo stesso avresti voluto che lui dovesse essere l’onnipotente creatore del cielo e della terra … Eppure se egli dovesse condividere la tua concezione, allora dovrebbe cessare di essere il Padre onnipotente. Nella tua infantile impazienza avresti per così dire sfigurato l’essere eterno di Dio”.
Questo è uno dei punti fermi della teodicea esistenziale di Kierkegaard, come la definisce nell’ampia introduzione Umberto Regina che ha curato l’edizione italiana condotta sull’edizione critica danese.

15/11/2020

Secondo la ricerca Eduscopio 2020-21 il professionale per la sanità e per l'assistenza sociale dell'Istituto Carducci risulta il decimo di Roma tra i professionali per servizi (e nei primi tre per quanto riguarda i servizi per la sanità e assistenza sociale) quanto a collocazione lavorativa di studenti e studentesse diplomate.

15/11/2020

Secondo la ricerca Eduscopio 2020-21 il Liceo delle Scienze umane con opzione economico-sociale dell'Istituto Carducci risulta il sesto di Roma quanto a successo accademico di studenti e studentesse diplomate.

15/11/2020

Secondo la ricerca Eduscopio 2020-21 il Liceo delle Scienze umane dell'Istituto Carducci risulta il secondo di Roma quanto a successo accademico di studenti e studentesse diplomate.

25/10/2020

https://www.iisviaasmara28.it/attachments/article/953/DPCM_20201024.pdf

Adeguamento al DPCM 25/10/2020

www.iisviaasmara28.it

17/06/2020

Ottieni il Diploma, investi sul futuro!

PERCORSO DI II LIVELLO ISTITUTO PROFESSIONALE SERVIZI PER LA SANITÀ E PER L'ASSISTENZA SOCIALE

https://iisviaasmara28.it/images/pdf/Carducci-final.pdf

iisviaasmara28.it

08/05/2020

ERACLITO, L'OSCURO

di Stefano Cazzato

Una biografia non convenzionale, non scolastica, di uno dei più grandi pensatori del mondo antico, Eraclito, scritta da uno dei più grandi pensatori del mondo contemporaneo, Oswald Spengler (comunque la si pensi).
E tuttavia, forse proprio per la grettezza del mondo accademico, questo scritto non ebbe particolare fortuna come l’ebbe invece successivamente il capolavoro di Spengler, “Il tramonto dell’occidente” (anche qui, comunque la si pensi).
Anzi, fu proprio con questa singolare interpretazione di Eraclito presentata per un posto di dottore ad Halle, che egli si congedò in modo definitivo dall’università.
Il panta rei eracliteo, paradossale legge dell’universo in base alla quale non c’è nulla di stabile tranne cose come il divenire, l’agonismo, l’energia creativa, l’armonia nella disarmonia, la potenza elementare del fuoco, è al centro di queste pagine.
Ma ancora più centrale è il tentativo di penetrare il carattere aristocratico della vita e della riflessione di un filosofo che coltivò soprattutto “il pathos della distanza”, la consapevolezza della propria superiorità rispetto alla massa e delle differenze intellettuali come ineliminabili, anzi necessarie all’eterno perpetuarsi degli opposti.
Eraclito è un filosofo sovraumano, per usare un’espressione di Giorgio Colli, in contatto con gli dei, il rappresentante di quell’età dei sapienti che precedette quella dei filosofi, che ne rappresentò, con la svolta logica del pensiero, la fine.
Se non si parte dall’eroico furore di quest’uomo, dalla sua elitaria indipendenza, dalla sua signorilità spregiudicata non si può capire, secondo Spengler, un’attitudine filosofica tanto precisa nel voler decifrare il senso del mondo quanto lontana dalla scienza e dai suoi metodi.
Al posto del freddo rigore del distinguere e dello scomporre, posseduto per esempio da Aristotele, qui si scorge, per usare un’espressione di Goethe, la fantasia esatta e sensitiva, una prospettiva volta alle forme e ai pensieri, non alle astratte deduzioni, concetti e leggi di questi ultimi”.
Ancor meno scientifico il suo linguaggio, così cifrato e così indifferente alle esigenze della comunicazione divulgativa, da fargli meritare l’appellativo di “Eraclito l’oscuro”: “nell’energica concentrazione del sistema - continua Spengler - nell’evitare e sdegnare dettagli e questioni marginali, nella stesura di frasi brevi e intense solo a lui familiari, riconosciamo la mano dell’aristocratico”.
Artista più che filosofo, ritrattista plastico del cosmo più che rigoroso speculatore, “egli vede le sue idee, non le calcola … la raccolta di fatti senza visione di insieme e di comprensione gli è odiosa”.
Eraclito – secondo Spengler – è l’intuizione che si fa pensiero, è la resistenza della tradizione arcaica rispetto alle forze che portano di lì a poco alla decadenza dell’arte, della poesia, del mito e all’avvento del razionalismo socratico. Una lettura molto simile a quella che dette Nietzsche in “La nascita della tragedia” sulla nascita del socratismo.

O.Spengler, "Eraclito. Uno studio sui concetti energetici fondamentali della sua filosofia", Book Time, 2019, pp. 97, euro 10.00

Vuoi che la tua scuola/universitàa sia il Scuola/università più quotato a Rome?

Clicca qui per richiedere la tua inserzione sponsorizzata.

Scegli il Carducci

L’Istituto d’Istruzione Superiore "Giosuè Carducci" è composto dalle seguenti sezioni associate, dislocate in due sedi, collocate in costruzioni d’epoca e situate in quartieri centrali facilmente raggiungibili con i mezzi pubblici urbani ed extraurbani:


Sede centrale: “Giosuè Carducci” Via Asmara, n. 28. Indirizzi di studio: Liceo Linguistico - Liceo delle Scienze Umane - Liceo delle Scienze Umane - opzione economico-sociale. Istituto Tecnico - Settore tecnologico - Sistema MODA.

Sezione associata: “Piero Gobetti” Largo di Villa Paganini, n. 6. Indirizzi di studio: Istituto Professionale per i Servizi Socio-Sanitari.

Scopri gli indirizzi di studio,
le strutture, i progetti e l'offerta formativa

Video (vedi tutte)

Open Day a.s. 2022-2023Prenotazione obbligatoria tramite link https://docs.google.com/forms/d/1QtrHzuDLvVWudeDLP5U0kd_Lg...
Fenomenologia della voce femminile
Corso di canto moderno
Giornata del ricordo
Giornata del ricordo
Forum PA 2017 premiazione del progetto La cultura in digitale ...

Ubicazione

Digitare

Telefono

Indirizzo


Via Asmara 28
Rome
00199

Orario di apertura

Lunedì 08:00 - 14:00
Martedì 08:00 - 15:00
Mercoledì 08:00 - 15:00
Giovedì 08:00 - 15:00
Venerdì 08:00 - 14:00
Altro Scuole superiori Rome (vedi tutte)
A1 Institute A1 Institute
Via Nazionale 18
Rome, 00184

Ripetizioni e recupero debiti per tutte le scuole di ogni ordine e grado. Scuola di lingue straniere

St. Stephen's School St. Stephen's School
Via Aventina 3
Rome, 00153

Non-profit, non-denominational, co-educational, American international day & boarding IB World School

Istituto Internazionale Paritario Giovanni Paolo II Istituto Internazionale Paritario Giovanni Paolo II
Corso Duca Di Genova, 157
Rome, 00121

Il futuro si costruisce oggi. A piccoli passi.

Istituto Internazionale Paritario Kennedy Istituto Internazionale Paritario Kennedy
Via Giosuè Carducci 2
Rome, 00187

Liceo Linguistico e Scientifico Paritario Internazionale 🇮🇹 🇬🇧

LF  School Admission LF School Admission
Via Casale Di San Nicola 150
Rome, 00123

Welcome to Little Flower English medium School Rome, the first choice of Migrants Family in Rome: "T

Internat Saint-Dominique Rome Internat Saint-Dominique Rome
Via Igino Lega, 5
Rome, 00189

L’internat de l’ISD, dans un cadre sécurisé et verdoyant au coeur d’une ville empreinte d’

ITIS Galileo Galilei - Roma ITIS Galileo Galilei - Roma
Via Conte Verde 51
Rome, 00185

L'ITIS "Galileo Galilei" è un istituto di antica tradizione, situato nel quartiere Esquilino, in Vi

CyberTrials CyberTrials
Via Ariosto 25,, Roma
Rome, 00185

Programma gratuito di gaming e formazione per esperte digitali del futuro, organizzato dal Cybersecu

Caravaggio Cinema Lab Caravaggio Cinema Lab
Via Andrea Argoli, 45
Rome, 00143

Un'esperienza sinestetica che coniuga Il linguaggio cinematografico, le nuove tecnologie e il web a

IIS Via di Saponara 150 Verne - Magellano IIS Via di Saponara 150 Verne - Magellano
Via Di Saponara, 150
Rome, 00125

L'I.I.S. "Via di Saponara, 150" è un Istituto Statale nato nel 2012 dalla fusione di due istituti

Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici
Piazzale Aldo Moro 5
Rome, 00185

La Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici della Sapienza Università di Roma propone 4 curr

Istituto Janus Istituto Janus
Via Di Torre Spaccata 172
Rome, 00169

L'Istituto superiore per la formazione Janus è la Scuola Online per conseguire il diploma