SCOSSE - Associazione di Promozione Sociale

SCOSSE - Associazione di Promozione Sociale

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Giovedì 19 settembre 2019 alle h.21 c/o la Biblioteca di Carnate (MB) replicheremo "Fuori onda, prove di trasmissione", spettacolo SERIAMENTE COMICO su donne e stereotipi di genere. Sarebbe bello avervi tra il pubblico! Millima Teatro
Diffondete, registrate anche voi e sopratutto ARREVOTATE TUTTE COSE!!! ✊♀️🏳️‍🌈

https://www.facebook.com/464477913704170/posts/1250127531805867/
https://youtu.be/WIaR-oJlc8o Un libro che ho scoperto grazie a Scosse! W le principesse ribelli!
ciao sono una compagna di reggio calabria entrando in una scuola dove su un manifesto di una giornata sulla violenza di genere gestita dal'agape e dalla asp il vostro ligo di educare alle differenze ora non so se li avete autorizzati voi o e una appropriazione indebita e caso maai li avete autorizzati come mai noi di reggio che siamo sempre presenti agli eventi nazionali non ci sia arrivata una comunicazione
Ci aiutate a diffondere e a promuovere? Grazie!!


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Chiediamo la massima diffusione e l'invito alla compilazione del questionario elaborato dai ragazzi che stanno partecipando attivamente al progetto CyberIncluding: più sicurezza e meno discriminazione in rete.
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Possono compilarlo ragazzi dai 16 ai 20 anni.
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I risultati ci aiuteranno a formulare una proposta di legge per il contrasto al bullismo, cyberbullismo, hate speech (incitamento all'odio).
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Grazie per l'aiuto!!
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Per maggiori informazioni: http://www.osservatoriodigenere.com/pro…/cyberincluding.html
https://docs.google.com/…/1KTwOn0ZuSirPcDnt592jF20Zww9…/edit
Sperando di fare cosa gradita volevo segnalarvi un evento che si terrà a Roma il prossimo 4 luglio presso l'Istituto Italiano di Sessuologia Scientifica. Nel Salotto IISS - Presentazione libro "Guida Arcobaleno"
Parlerò di adolescenza e tematiche LGBT+ con gli Autori
INVITO!!!!

FUORI ONDA, PROVE DI TRASMISSIONE
spettacolo SERIAMENTE COMICO su donne e stereotipi di genere

2 MARZO 2018 h.21

Sala Bergognone - Nerviano (MI)
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RICETTE PER TUTTI I GIORNI: DONNE CHE RIDONO DI GUSTO
lettura teatrale gastroCOMICA su donne e cibo

7 MARZO 2018 h.19.30 e h.21

Marylin's Bar - Canegrate (MI)
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FUORI ONDA, PROVE DI TRASMISSIONE
spettacolo SERIAMENTE COMICO su donne e stereotipi di genere

8 MARZO 2018 h.21

Sala Talamucci, Villa Visconti d'Aragona - Sesto San Giovanni (MI)
Sei una donna appassionata di tecnologia e vorresti imparare di più sulla programmazione web? Iscriviti a : imparerai le basi di e e svilupperai un blog https://djangogirls.org/pyconitalia/apply/ Il workshop è gratuito 🙂
Ciao Scosse, tanti auguri di buon anno da me e dall'associazione Genitori tosti In Tuttti I Posti Onlus
www.genitoritosti.it
Buon Natale senza stereotipi.

"Studiate perché abbiamo bisogno di tutta la vostra intelligenza"
A. Gramsci
www.scosse.org

SCOSSE – Soluzioni Comunicative Studi Servizi Editoriali – è un’Associazione di Promozione Sociale nata nel 2011 a Roma che si propone di contribuire alla costruzione di uno spazio pubblico aperto, partecipato e solidale, contro ogni esclusione sociale. SCOSSE realizza e sostiene attività e politiche per le pari opportunità e la valorizzazione delle differenze di genere e di orientamento sessuale

Normali funzionamento

09/11/2023

“I lavoratori e le lavoratrici e i genitori dell'Istituto Comprensivo Simonetta Salacone di Roma condannano ogni forma di violenza, sopraffazione, aggressione contro le popolazioni civili.
Invitiamo tutte le scuole di ogni ordine e grado a unirsi ed organizzare una grande marcia per la pace per il giorno 20 novembre a Roma.”

La comunità educante dell’Istituto Comprensivo Simonetta Salacone prende parola e invita a una mobilitazione del mondo della scuola in occasione della
Giornata dei diritti de* bambin*

Il 20 novembre si celebra la Giornata Internazionale dei Diritti dei bambini e delle bambine, in occasione dell’adozione nel 1989 della Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza.
Con questo documento gli Stati non solo riconoscono i diritti fondamentali di bambine e bambini, ma si impegnano ad assicurare loro la protezione e le cure necessarie alla sopravvivenza, lo sviluppo e il benessere.
Affinchè queste non siano parole vuote, ma bussole per orientare il nostro agire quotidiano, abbiamo il dovere di vigilare e denunciare quando la tutela dei diritti dell’infanzia viene meno.
La scuola, in quanto comunità educante, non può rimanere indifferente di fronte a qualunque conflitto, soprattutto quando esplode con efferata violenza e distruzione contro civili inermi, moltissimi dei quali minori, e ha il dovere di promuovere la cultura della pace.
Per questo ci sentiamo in dovere di denunciare come inammissibile il massacro di civili palestinesi a cui stiamo assistendo in queste settimane nella striscia di Gaza, inumano l’attacco ai civili israeliani e intollerabile il comportamento dei coloni israeliani in Cisgiordania.
In nome della solidarietà tra popoli e del valore inalienabile della vita, facciamo appello a tutte le scuole, università e istituti di cultura affinché si levi alto il grido per imporre un cessate il fuoco e per il ripristino delle condizioni basilari di una vita dignitosa per le popolazioni coinvolte.
Ci appelliamo al Consiglio di Sicurezza dell’ONU affinché si assuma la propria responsabilità di organo garante del diritto internazionale e dei diritti umani.
Sosteniamo quegli israeliani e quei palestinesi che anche in questa tragica situazione non hanno smesso di manifestare per il rispetto e il reciproco diritto di vivere in pace.
I lavoratori e le lavoratrici e i genitori dell'Istituto Comprensivo Simonetta Salacone di Roma condannano ogni forma di violenza, sopraffazione, aggressione contro le popolazioni civili.
Invitiamo tutte le scuole di ogni ordine e grado a unirsi ed organizzare una grande marcia per la pace per il giorno 20 novembre a Roma.

“Non c’è altro antidoto alle guerre, che si nutrono di ingiustizie e di disuguaglianze, che la promozione di relazioni di amicizia e di collaborazione, di incontro e di accettazione reciproca...
Dove, meglio che nella scuola di tutti, questo può diventare realtà?”
Simonetta Salacone

09/11/2023

Martedì 21 novembre la rete di Educare alle Differenze sarà in Senato per presentare “Che fare? tutto quello che avreste voluto sapere per contrastare le violenze di/del genere a scuola”

🟣Martedì 21 novembre 2023, ore 16.00 CONFERENZA STAMPA PRESSO IL SENATO DELLA REPUBBLICA.
La rete Educare alle differenze presenta in Senato le sue Linee guida per contrastare le violenze di genere a scuola.

🟡La conferenza stampa è aperta al pubblico fino a esaurimento dei posti in sala, per accredito scrivere una mail entro il 20/11/2023 a [email protected]

Partecipa e promuove l’incontro la senatrice Cecilia D’Elia.

Intervengono:
Monica Pasquino e Giulia Selmi, rispettivamente presidente e vicepresidente della rete Educare alle differenze; Anna Foggia dirigente scolastica di un Istituto Comprensivo; Alessio Miceli insegnante di Istituto secondario di II grado.




08/11/2023

Tenetevi le panchine rosse. Noi vogliamo Lucha y Siesta!

Questa mattina un altro pezzo importante del movimento femminista e transfemminista è sceso in piazza per ribadire che Lucha y Siesta è un'esperienza indispensabile per questa città e che non possiamo permetterci di perderla. L3 Luchadoras hanno riconsegnato simboliche panchine rosse nella piazza del Campidoglio per affermare che non siamo dispostə ad accontentarci di parole e di promesse perennemente disattese.
A oltre 100 femminicidi in meno di un anno e a ridosso del 25 novembre pretendiamo che il generoso impegno della giunta Gualtieri a sostegno di Lucha y Siesta, emerso nell'assemblea pubblica alla Casa Internazionale delle Donne ieri sera, si traduca nell'atto concreto del ritiro della costituzione di parte civile di ATAC e nella salvaguardia della complessità del progetto Lucha. Un progetto tanto complesso da non poter essere ridotto a mero servizio da mettere a bando, come vorrebbe fare la destra di Rocca.
Le istituzioni, la città, la rete antiviolenza tutta non possono permettersi di perdere una tale irrinunciabile ricchezza. Di più, continueremo a moltiplicarci. Perché sappiamo che la moltiplicazione dei luoghi di soggettivazione politica transfemminista è l’unica risposta efficace alla violenza di genere. In spazi così sono nati i centri antiviolenza, in spazi così continuano a vivere e migliorare, da spazi così cambieremo tutto.
Questa mattina al Campidoglio abbiamo voluto sottolineare con forza che prevenire, decostruire e contrastare la violenza di genere non è una cosa che si dice, è una cosa che si fa. Si fa insieme, mettendoci corpo, tempo e intelligenza collettiva. E si fa in spazi femministi e transfemministi, come Lucha y Siesta.

07/11/2023

TRANSFEMMINISTƎ INGOVERNABILI CONTRO LA VIOLENZA PATRIARCALE

25 novembre ore 14.30 Circo Massimo
26 novembre Assemblea nazionale da Lucha y Siesta

Ci vediamo il 25N per TRANSFEMMINISTƎ INGOVERNABILI CONTRO LA VIOLENZA PATRIARCALE_25N CORTEI NAZIONALI ROMA E MESSINA
-a Roma_ concentramento ore 14.30 al Circo Massimo
-a Messina_ concentramento ore 15, Largo Seggiola

Qui trovate l'appello sul nostro blog:
https://nonunadimeno.wordpress.com/2023/11/07/transfemministe-ingovernabili-contro-la-violenza-patriarcale/

TRANSFEMMINISTƏ INGOVERNABILI CONTRO LA VIOLENZA PATRIARCALE

“Non dimentichiamo che è del fascismo questo slogan: Famiglia e sicurezza”. (Carla Lonzi)

Anche questo 25 novembre, Giornata internazionale contro la violenza di genere, con più rabbia che mai e per l’ottavo anno consecutivo, Non Una di Meno chiama la marea in piazza. Quest’anno saremo in due città che per noi rappresentano bene l’urgenza di questo momento storico, a Roma e Messina, per permettere a più persone possibile di partecipare e organizzarsi contro la violenza patriarcale!

La rabbia sale contro la violenza che evidentemente non è un fenomeno emergenziale, ma strutturale e in continuo aumento, e che conosciamo bene in quanto donne, persone non binarie e LGBTQIAPK, con disabilità, persone razzializzate, migranti e seconde generazioni, s*x workers e detenutə, che la vivono quotidianamente in tutti gli ambiti delle proprie vite.

Dall’inizio dell’anno sono stati registrati più di 100 casi di femminicidi e transcidi, a cui si aggiungono, di quelli noti, almeno 12 tentati femminicidi, ed anche le aggressioni omolesbobitransfobiche e razziste sono purtroppo numerose.

Oltre alla violenza domestica, negli ultimi mesi si sono susseguiti diversi casi di violenze sessuali che hanno richiamato l’attenzione dei media. Sono state narrate con toni e linguaggi che spettacolarizzano e colpevolizzano costantemente chi la violenza la subisce, alimentando stigma e delegittimazione, spiano il privato delle persone coinvolte, cercano colpe e ragioni lontane, rendono protagonista chi la violenza la agisce giustificando e costruendo attenuanti per l’aggressore e, riducendo tutto a un fenomeno episodico e isolato.

Il governo ha prodotto un’opposizione solo formale a questi fenomeni, strumentalizzando gli stupri di Palermo e Caivano, rispondendo a violenza con violenza e militarizzando il linguaggio e i territori considerati “problematici” a causa della povertà e del degrado sociale, evidenziando ed accrescendo un antimeridionalismo sempre più feroce e discriminatorio. Lo stesso governo che ha portato avanti un attacco spietato alle famiglie omogenitoriali, ai percorsi di affermazione di genere, e più in generale alle esistenze delle persone LGBTQIAPK per cui l’Italia, ancora oggi, non garantisce diritti e tutele minime. A questo, si aggiunge la criminalizzazione del s*x work, che riproduce lo stigma e invisibilizza la vita di chi fa il lavoro sessuale.

Nel mentre, in Parlamento, le forze di destra e conservatrici, in aperta complicità con i gruppi anti-gender e anti-scelta, sferravano attacchi continui contro l’educazione alle differenze, all’affettività, alla sessualità e al consenso nelle scuole, l’unico strumento che permette di smantellare fin dalla prima infanzia gli stereotipi di genere e le dinamiche di sopraffazione che stanno alla base della violenza.

Il governo tace anche sulle misure reali per il contrasto a questo portato di violenza, come il reddito di autodeterminazione, l’allargamento dei criteri di assegnazione per le case popolari e, più in generale, le garanzie per il diritto all’abitare, sottraendo fondi ai servizi e welfare svincolati dalla famiglia, e centrati sulla libertà di scelta. Una politica che si concretizza nella sottrazione di risorse ai Centri anti-violenza (CAV), presidi fondamentali nel garantire i percorsi di fuoriuscita dalla violenza, mentre nei criteri per l’assegnazione dei bandi scompare l’approccio femminista, in favore dell’ingresso silente ma costante di gruppi cattolici o fintamente “neutri”, come nei consultori.

Non è un caso se l’accesso all’ab**to continua a essere ostacolato e negato. Nei territori dilaga l’obiezione di coscienza con una media del 70% di personale obiettore. La sanità pubblica, d’altra parte, viene smantellata da decenni, compromettendo l’accesso alla salute riproduttiva, sessuale e ai percorsi di affermazione di genere.

Questo attacco sempre più feroce all’autodeterminazione di donne, persone non binarie e LGBTQIAPK, con disabilità, migranti e seconde generazioni, s*x workers e alle persone povere, si esprime anche nella recente ma non meno importante cancellazione del reddito di cittadinanza e l’affossamento del – seppur pallido e del tutto insufficiente – tentativo di fissare un tetto per il salario minimo.

Allo stesso tempo, il governo partecipa e finanzia in prima fila all’escalation bellica, con la produzione e invio massiccio di armi, tentativi di moltiplicare le basi militari, oltre quelle già esistenti (non ultimo sul territorio di Pisa, a Capo Frasca, Sigonella e Niscemi), nonché in pratiche di controllo varie; quali ricoprire le Città di Venezia e Messina di telecamere a riconoscimento facciale (prodotte in Israele) già in sperimentazione nel trasporto pubblico di Padova. Uno strumento spacciato come prevenzione di una violenza sistemica che lo Stato risolve in un solo modo: repressione. Le stesse utilizzate per la repressione e genocidio delle nostre sorelle Palestinesi. Lo stato Italiano deve smetterla di essere complice di genocidi in tutto il mondo e schierandosi in aperto supporto dello stato coloniale di Israele, appoggia di fatto il genocidio in corso del popolo Palestinese.

Il fine ultimo di queste politiche è la conservazione e il rafforzamento della famiglia tradizionale: sotto la retorica sulla natalità, si nasconde la riproduzione della nazione bianca e ciseterosessuale, con ruoli e aspettative di genere che da sempre ci stanno stretti e con una buona dose di razzismo. La retorica su famiglia, natalità e Nazione infatti si consolida anche nella chiusura e esternalizzazione dei confini, nel razzismo di Stato, negli attacchi continui a persone migranti e razzializzate che vengono considerate, strumentalmente, come responsabili di tutti i problemi economici e sociali del paese. Contro i confini, contro la violenza che producono, contro le politiche razziste dello Stato, le persone migranti e le seconde generazioni si organizzano.

Siamo consapevoli però di quanto la violenza si nasconda spesso proprio nelle famiglie, nelle istituzioni e che la cultura di dominazione patriarcale ha la sua massima espressione nella guerra, dove violenza e dominio vengono normalizzati, potere e prevaricazione organizzano tanto le relazioni affettive quanto le relazioni tra Stati.

Non vediamo quindi discontinuità vera tra questo governo di estrema destra della Meloni e i precedenti meno conservatori e nazionalisti. Sappiamo bene che in un presente dominato dal capitalismo neoliberale, non ci sono istituzioni che mettano davvero in discussione le fondamenta costitutive della nostra società, ma tramite il pink, rainbow e green washing, sanno solo prendere delle nostre lotte contenuti, depoliticizzandoli, e costruiscono misure insufficienti.

Vogliamo costruire un mondo diverso, contrario alla logica patriarcale e capitalista del conquista e distruggi. Questa spasmodica ricerca di dominio per darsi l’illusione di essere forti. Dominare corpi. Dominare terre. Ed è per questo che la lotta transfemminista intersezionale si intreccia con la lotta ecologista, con la difesa dei territori.

In questa prospettiva non possiamo non citare il ponte sullo Stretto, che occupa un posto d’onore tra le grandi opere, essendo di fatto oltre che un affare economico-politico, anche un grande specchio per le allodole.

Non solo la propaganda e il tentativo di arginarla fagocitano completamente il discorso e le energie impedendo di fatto di pensare a problemi più urgenti, ma, ancor di più, i fautori del Mostro sostengono, da un lato che sarà il volano per tutti gli altri interventi e, dall’altro, che se ci fosse il ponte tutti i problemi sarebbero già risolti, tra cui il calo demografico e lo svuotamento dell’Italia tutta.
Allora ci chiediamo: i nostri territori e chi li abitano contano davvero così poco che la prevenzione dei terremoti, degli incendi e del dissesto idrogeologico -insomma, la cura minima del territorio- possiamo averli solo se funzionali a megacostruzioni di interessi miliardari?
Non solo lo Stato Italiano non permette contraddizioni alle scelte che prende arbitrariamente, ma paragona le manifestazioni di contrarietà per come si amministra il proprio territorio ad azioni sovversive. Lo conoscono bene lə compagnə NO TAV, visti allontanati dalla propria città attraverso la strumentazione del DASPO urbano per il decoro di cui tanto parlano.
Non possiamo aspettare il prossimo disastro per fare qualcosa e, se chi dice di occuparsi di noi non lo fa, dobbiamo occuparcene da solə.

Di fronte a tutto questo saremo ingovernabili, con l’amore, la rabbia, con i nostri corpi e desideri vogliamo far esplodere il vincolo di soppraffazione-dominio-obbedienza nelle case, nelle strade, sui luoghi di lavoro, ovunque!

Sappiamo che la guerra è la manifestazione più totalizzante della violenza patriarcale e ne intensifica gli effetti a tutti i livelli, per questo, e più che mai, siamo al fianco del popolo palestinese che affronta l’ultimo episodio della lunga storia di un genocidio portato avanti da uno degli apparati politico-militari più potenti al mondo, lo Stato di Israele. Non ci sono margini di ambiguità in questa storia di colonialismo, razzismo e violenza, tesa a cancellare il territorio palestinese e, soprattutto, il suo popolo.

Per questo, il 25 Novembre la marea si riprende strade e piazze: per ricordarci che insieme siamo più forti e solo unitə possiamo organizzarci e immaginare insieme come distruggere la violenza patriarcale, che è il fenomeno sociale strutturale più duraturo e pervasivo che conosciamo, così come i conflitti armati, che di questo sistema patriarcale sono diretta conseguenza.

Le maree del 25 Novembre tornano in piazza contro il governo, le sue politiche e le sue retoriche, che dietro una misera facciata di contrarietà alla violenza nei fatti ne riproduce e anzi consolida le fondamenta in tutti gli ambiti della vita: dalla scuola, alla famiglia, alle relazioni interpersonali, agli ospedali, ai tribunali, alle politiche pubbliche.

Il 25 N saremo a Roma e Messina per ribadire che siamo arrabbiate e vogliamo:

- Una trasformazione radicale della società, consapevoli che non saranno pene più severe, militarizzazione e sicurezza ad azzerare la violenza. Anzi siamo sicurə che l’impianto punitivo del sistema sia parte del problema e non la soluzione, che è invece cambiare le fondamenta su cui questo sistema si riproduce
- Scegliere noi chi considerare famiglia e che tipo di relazioni vogliamo avere, liberə da destini biologici e sociali
- Un pieno riconoscimento e implementazione dei percorsi di educazione al consenso, all’affettività, alla sessualità e alle differenze nelle scuole a partire dalla prima infanzia;
- Il rifinanziamento dei Centri anti-violenza, presidi fondamentali per il contrasto alla violenza, e l’approccio femminista come criterio fondamentale per l’assegnazione dei bandi, perché la prevenzione e il sostegno all’autodeterminazione nei percorsi di fuoriuscita da una prospettiva transfemminista sono elementi centrali e non sacrificabili
- Il sostegno all’autonomia economica per donne e persone LGBTQIAPK attraverso misure reali di sostegno economico, unite a servizi e welfare adeguati e svincolati dalla famiglia nucleare
- Una sanità pubblica universale e accessibile, la piena tutela del diritto di ab**to e nuovi approcci alla medicina di genere, che garantiscano l’accesso alla salute e all’autoaffermazione di tutte le soggettività fuori da percorsi di colpevolizzazione, patologizzazione e psichiatrizzazione dei corpi
- Il cambiamento delle narrazioni e del linguaggio con cui la violenza viene raccontata nei media e nel dibattito pubblico, per uscire dalle logiche di pornografia del dolore e ri-vittimizzazione
- Un permesso di soggiorno slegato da qualsiasi ricatto lavorativo e familiare e leggi che consentano a chi nasce in Italia in famiglie straniere di avere subito il riconoscimento della cittadinanza
- Ribadire il nostro posizionamento anticarcerario, riconoscendo nel carcere una delle peggiori violenze istituzionali
- Un chiaro posizionamento in favore del popolo palestinese e della sua liberazione e una visione antimilitarista che ci permetta di evidenziare come i conflitti armati siano l’espressione più terribile della violenza patriarcale
- La liberazione e il desiderio, come unici orizzonti rivoluzionari per i nostri corpi, le nostre esistenze e le nostre collettività

Infine questo 25 Novembre gridiamo forte contro la Regione Lazio, perché faccia marcia indietro sulla revoca della delibera che apriva alla casa delle donne Lucha Y Siesta l’uso degli spazi di via Lucio Sestio, a Roma, e che saranno ora messi a bando. Esempio violento dell’attacco istituzionale ai luoghi di liberazione femministi e transfemministi, contro cui saremo ancora più rabbiosamente in piazza.

Proprio per questo, chiamiamo l’assemblea nazionale del 26 Novembre alla Casa delle donne Lucha Y Siesta.

La rivoluzione sarà transfemminista, o non sarà:
Il transfemminismo è ingovernabile!

💜🔥✊🏼

Photos from SCOSSE - Associazione di Promozione Sociale's post 04/11/2023

Ci vediamo lunedì 6 alle 16.30 alla biblioteca all’IC Laparelli, 60 Roma con Alberto Emiletti di Internazionale Kids! Per genitori, insegnanti, ragazz*!

04/11/2023

Una bella occasione di formazione e tante borse di studio per seguirla.

💥 PROSPETTIVE DI GENERE NELLA DIDATTICA DELLE DISCIPLINE | Scopri il corso

❓ Da dove partire per smantellare gli di ?
Nel controverso dibattito sull’educazione alle differenze di genere e alle pari opportunità, l'Università di Bologna risponde con un corso ad hoc realizzato nell'ambito del progetto GENER-AZIONE 5 in collaborazione con Teatro Arcobaleno e CSGE - Centro Studi sul Genere e l'Educazione.
Il corso prepara a riconoscere stereotipi e pregiudizi alla base delle differenze di genere e dei ruoli attribuiti nella nostra società e offre una formazione sull'educare al genere come dimensione trasversale necessaria al "fare scuola" nella contemporaneità.

😍 Siamo molto felici di far parte del corpo docente accanto a nomi che contribuiscono in modo fondamentale al dibattito sulle questioni di genere in Italia.

👉 Iscrizioni entro il 6 novembre: https://bit.ly/unibo-didattica-iscrizioni.

03/11/2023

Il 7 novembre saremo alla Casa Internazionale delle Donne con e per Lucha y Siesta.
Per ribadire ancora una volta che

È dagli spazi fisici e simbolici della Casa Internazionale delle Donne che la rete antiviolenza convoca un'assemblea pubblica a difesa di Lucha y Siesta come emblema della lotta di tutte le esperienze femministe e transfemministe, oggi più che mai sotto attacco dai venti di destra che soffiano oscurantismo su diritti sociali e civili.
Vogliamo discutere pubblicamente del ritiro immediato della scandalosa costituzione di parte civile da parte di ATAC, ritiro richiesto a gran voce da oltre 90 realtà e centinaia di persone che nelle ultime ore hanno sottoscritto la lettera pubblica per ribadire che la parte civile siamo noi, la comunità solidale che sviluppando insieme e quotidianamente pratiche di cura, ha contribuito alla costruzione del progetto Lucha y Siesta. Un'ampia comunità che è in credito per tutto ciò che ha svolto, ideato, e generato.
L'unica, in tale vicenda, a dover chiedere un risarcimento.
Il 25 novembre non vogliamo panchine rosse, vogliamo Lucha y Siesta.
Info https://fb.me/e/1eC8sXHZ9

Photos from Settenove's post 03/11/2023

“Polly” di Fabrice Melquiot e Isabelle Pralong arriva finalmente in Italia grazie a Settenove, e noi che l’abbiamo amatə da subito ne siamo immensamente felici.

02/11/2023

Dopo gli sproloqui di Francesco Merlo su (Z)ZeroCalcare e la sua scelta coerente di non partecipare a Lucca Comics & Games in solidarietà alla popolazione palestinese, arrivano le affermazioni transfobiche di Guia Soncini su Fumettibrutti (a cui va il nostro totale sostegno).
Ad accomunare i due interventi anche una spaventosa superficialità e la rivendicazione tronfia di una totale ignoranza sullo sfaccettato universo dei fumetti.
Grazie al MIT - Movimento Identità Trans e a Porpora Marcasciano per la citazione perfetta.

28/10/2023

Torniamo da quattro giorni intensi alla Biblioteca IBBY Lampedusa. E leggendo con una comunità appassionata sulla frontiera, provando a rovesciare certezze e punti di vista, ancora più forte risuona l’ingiustizia di un sistema che respinge e uccide e il grido di chi oggi a Gaza muore nel silenzio sotto le bombe.

28/10/2023

Si scelga da che parte stare.
Noi, oggi e sempre, siamo con Lucha y Siesta.

La lettera aperta delle realtà femminista e transfemministe perché Atac ritiri o costituzione di parte civile.

𝐋𝐞𝐭𝐭𝐞𝐫𝐚 𝐚𝐩𝐞𝐫𝐭𝐚: 𝐀𝐓𝐀𝐂 𝐫𝐢𝐭𝐢𝐫𝐢 𝐥𝐚 𝐜𝐨𝐬𝐭𝐢𝐭𝐮𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐢 𝐩𝐚𝐫𝐭𝐞 𝐜𝐢𝐯𝐢𝐥𝐞 𝐜𝐨𝐧𝐭𝐫𝐨 𝐋𝐮𝐜𝐡𝐚 𝐲 𝐒𝐢𝐞𝐬𝐭𝐚.
𝐀𝐥 𝐂𝐨𝐦𝐮𝐧𝐞 𝐝𝐢 𝐑𝐨𝐦𝐚 𝐝𝐢𝐜𝐢𝐚𝐦𝐨: 𝐥𝐚 𝐩𝐚𝐫𝐭𝐞 𝐜𝐢𝐯𝐢𝐥𝐞 𝐬𝐢𝐚𝐦𝐨 𝐧𝐨𝐢!

L’Associazione che da anni opera gratuitamente per sostenere i percorsi di fuoriuscita dalla violenza di chi abita la Casa delle donne Lucha y Siesta è chiamata a difendersi in tribunale dall’accusa di occupazione. E l’Atac, ex proprietario dell’immobile - si è costituita parte civile nel processo con prossima udienza il 27 novembre.
Dopo aver lasciato abbandonato l’immobile per anni, la partecipata del Comune di Roma chiede un risarcimento di 1,3 milioni di euro per il danno che sarebbe stato arrecato alla collettività da chi, invece, ha dato risposte concrete quando le istituzioni mancavano.
Noi non ci stiamo.

Con questa lettera chiediamo il ritiro immediato di questa scandalosa costituzione di parte civile. La parte civile, infatti, siamo noi: una comunità solidale che insieme quotidianamente costruisce pratiche di cura all'interno di una logica generativa non può essere valutata soltanto secondo criteri quantitativi. Ma se anche volessimo equiparare il valore sociale al valore economico, non c'è alcun dubbio che sarebbe l'ampia comunità che ha contribuito in questi 15 anni alla costruzione del progetto Lucha y Siesta a dover chiedere un risarcimento.

Il momento storico che viviamo non è un momento qualunque, per questo chiediamo che si faccia qualcosa (di sinistra).

Attualmente l’immobile in cui Lucha y Siesta ha sede è di proprietà di una Regione diversa da quella che l’ha acquistato all’asta due anni fa: quella attuale è un’amministrazione che non fa mistero di cosa pensa delle libertà delle donne e di tutte le persone marginalizzate che in luoghi come Lucha trovano spazio di pensiero, di parola, di vita. Ci troviamo infatti davanti a una Giunta Regionale che vuole cancellare il percorso fatto fin qui, svuotare lo stabile e ridurre la complessità di Lucha y Siesta a servizio da mettere a bando.

In questo scenario, governare segnando una differenza sostanziale appare davvero urgente, e occorre farlo con mosse concrete. Come quella fatta nei confronti della Casa internazionale delle donne, altra istituzione del femminismo vessata per anni e poi finalmente riconosciuta anche dall’istituzione pubblica. Per anni abbiamo dovuto gridare insieme ovunque la Casa siamo tutte, le Case delle donne non si toccano.

Ne siamo convinte oggi come ieri, perché sappiamo che la violenza di genere non è neutra e non si affronta in maniera neutra; è un fenomeno politico, sistemico, pervasivo. Per contrastarla occorrono pratiche femministe, transfemministe e laiche, nate nelle lotte per l’autodeterminazione e la libertà. Lucha y Siesta lo fa ogni giorno, dimostrando che l’antiviolenza è solidarietà e sorellanza per il cambiamento, e non un mercato economico per il Terzo settore.

Quando tutto questo viene criminalizzato, da quale parte si sceglie di stare ci definisce profondamente. Noi siamo dalle parte di chi accoglie, sostiene, educa, crea comunità di cura, combatte per i diritti di genere e i diritti umani. Da quale parte sta il Comune di Roma?

Atac non è un’azienda qualunque, per questo scriviamo a chi governa questa città.

Gestendo il trasporto pubblico a Roma, cioè concretizzando la possibilità (o l’impossibilità) di attraversare la città, Atac agisce in maniera determinante sulla qualità della vita di ogni persona che abita a Roma e quindi le sue azioni hanno un enorme portato politico. Se questo dato non bastasse, c’è anche il fatto che ATAC S.p.A. opera sotto forma di società per azioni, con capitale interamente di proprietà comunale, come organismo "in house" del socio unico Roma Capitale ed è quindi soggetta all'attività di direzione e coordinamento da parte di Roma Capitale.

Lucha y Siesta non è uno spazio qualunque, per questo prendiamo - di nuovo - parola insieme per difenderla.

La Casa delle donne Lucha y Siesta è attiva dall’8 marzo del 2008 come centro antiviolenza, casa di accoglienza per donne in percorsi di fuoriuscita dalla violenza, polo culturale, luogo di confronto e crescita collettiva, spazio cittadino di solidarietà e empowerment, un vero bene comune. Lucha y Siesta è un luogo materiale e simbolico che è ormai istituzione del femminismo, come testimoniato da 15 anni di collaborazione con le altre Case delle donne e con la rete antiviolenza nazionale, sottolineato da una delibera del municipio in cui si trova, accertato da una sentenza dello stesso Tribunale di Roma, nonché confermato dall’impegno pubblico della Regione Lazio, che ha stanziato i fondi necessari a partecipare all’asta e restituire l’immobile alla comunità che lo anima.

Infine novembre - il mese della prossima udienza - non è un mese qualunque, per questo chiediamo che ci si posizioni concretamente.

Per il 25 novembre - giornata internazionale per l’eliminazione della violenza di genere - non abbiamo bisogno di panchine o scarpe rosse, né tantomeno di passerelle e discorsi su fragilità e bisogno di protezione delle vittime. La decostruzione della cultura patriarcale che sostanzia la violenza di genere è ben altro, come sa bene chi se ne occupa ogni giorno. Abbiamo bisogno di fondi, spazi, progetti educativi; ma soprattutto abbiamo bisogno di ascolto, sguardo d’insieme sul fenomeno, visione, slancio, coraggio politico nella costruzione di alternative. Quantomeno, ed è davvero il minimo, abbiamo bisogno che non si attacchi chi se ne occupa, per tutte e tutt, ogni giorno.

A Novembre, piuttosto che installare nuove panchine rosse, si inizi da qui: si scelga da che parte stare, si ritiri la costituzione di parte civile di ATAC contro Lucha y Siesta.

Sottoscrivi la lettera scrivendo a: [email protected]

Hanno già aderito:
D.i.Re - Donne in rete contro la violenza
Casa Internazionale delle Donne
Differenza Donna APS
Ponte Donna APS
Befree - cooperativa sociale contro tratta, violenza e discriminazioni
Centro Donna Lisa
Centro Donna Lilith APS
Sportello Donne Pomezia
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