Societas Spinozana

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Inchieste su Spinoza
Giornata di studi della Societas Spinozana
A cura di Fiormichele Benigni
20 dicembre 2021 online – https://surl.ms/zha

9.30 Accoglienza e saluti (Giovanni Croce, Presidente Societas Spinozana).

9.45 Presentazione del libro di Pina Totaro *Quatre enquêtes sur Spinoza* (Publications de l’EPHE, Paris 2021), con Pina Totaro (ILIESI-CNR), Antonella Del Prete (Università della Tuscia), Claudio Buccolini (ILIESI-CNR), Stefano Visentin (Università di Urbino).

11.30 Presentazione del libro a cura di Lorenzo Vinciguerra e Pierre-François Moreau *Spinoza et les arts* (L’Harmattan, Paris 2020), con Lorenzo Vinciguerra (Università di Bologna), Paolo Quintili (Università di Roma Tor Vergata), Diego Donna (Università di Bologna).

12.45 Pausa

14.30 Assemblea dei soci (per iscrizioni: www.societas-spinozana.org/iscriviti)
Dal Libro "Entre Duda y Esperanzas" de Saenz Hayes ( Buenos Aires ,1954)
Salve a tutti, sono un socio della Societas Spinozana, ho scritto un saggio dal titolo “Ethikos: mortalità dell’anima, evanescenza divina e morale umana nel XXI secolo. In appendice una riflessione sul nesso esistente tra Monoteismi e Totalitarismi.” che è giunto in finale nella sezione "inediti" del XV Premio Nazionale di Filosofia di Certaldo, la cui giuria ai finalisti ha rilasciato un relativo attestato. Così vi chiedo se poteste, gentilmente, indicarmi qualche contatto editoriale che considerate serio e professionale per eventuale pubblicazione. Grazie mille a tutti per l'attenzione.
Maurizio Vicoli
P.S. Qui di seguito riporto una breve sinossi dell'inedito.

PERCHE' UN SAGGIO SULLA MORALE E SULLA RELIGIONE?

Prima di cominciare questo saggio ci siamo chiesti: ma nel terzo millennio può avere ancora senso dedicare un saggio alla morale e alla religione davanti ad un mondo quasi completamente secolarizzato? Abbiamo poi riflettuto sugli accadimenti dell’ultimo decennio quando, come sempre accade, l’accelerazione dell’impoverimento delle popolazioni occidentali, a partire dalla crisi finanziaria del 2008, ha fatto sì che il mondo Occidentale fosse colpito da un rigurgito nazionalistico e identitario che si è ancora una volta diffuso nella popolazione imbellettandosi di antichi moralismi (no all’aborto, no all’emancipazione femminile, ecc.) e fideismi (difesa della proprie radici cristiane da una nuova, subdola invasione islamica). Tutto ciò, come storicamente è sempre accaduto, si è immediatamente tradotto sul piano politico con la nascita di partiti e movimenti definiti, con un neologismo, sovranisti.

LA PERICOLOSA INVOLUZIONE DELLE DEMOCRAZIE OCCIDENTALI
Ecco allora che nell’ultimo lustro abbiamo assistito ad una retorica politica che pensavamo definitivamente sepolta e relegata alla Storia del passato. Invece, senza alcun pudore, in America si è tornati a parlare di suprematismo e di isolazionismo; in Europa i politici tengono comizi giurando sui Vangeli, brandendo rosari o ostentando la propria identità cristiana da contrapporre a quella islamica riesumando così quella commistione tra religione e politica che infiniti lutti addusse all’umanità. Altri leader, teorizzatori ossimoricamente di forme di democrazia illiberale, si ergono a nuovi Carlo Martello chiedendo all’Unione Europea sussidi straordinari per aver salvato la cristianità da una nuova invasione islamica. Così, partiti nati dal nulla o agonizzanti a causa di scandali e corruzione, cavalcando il malcontento popolare e l’anti-politica fino ad accecare il raziocinio della popolazione evocando i fantasmi della paura, hanno visto decuplicare nel giro di un lustro i propri consensi fino ad assorbire più del 50% dell’elettorato nazionale.

LA PRIMA FINALITA' DEL SAGGIO
Tutto questo ha dunque dato risposta alla nostra domanda. E’ nata allora l’idea di un saggio finalizzato ad analizzare il relativismo della morale ed il nesso che è sempre esistito tra monoteismi e autoritarismo fino ad arrivare ai totalitarismi del Novecento e ai Sovranismi del XXI secolo. Non si tratta solo di mettere in evidenza la natura della “Religio instrumentum regni” che caratterizzava anche la civiltà romana, come appunto avevano messo in evidenza prima Cicerone e poi Seneca, ma che i monoteismi, con la loro idea di Unicità di Dio, sono stati investiti dai loro profeti del compito di convertire tutti coloro che sono di religione diversa o che si discostano dalla Verità, tutto questo principalmente nell’interesse dell’eretico e dell’infedele per evitargli la dannazione eterna. Ebbene questa funzione di redenzione presto si è trasferita anche alla politica fino a raggiungere la sua compiutezza appunto nei regimi totalitari del Novecento. Ecco perché il nostro lavoro mira a desacralizzare non solo la morale ma anche la religione in modo da eliminarne la virulenta carica autoritaria giustificata dal “Dio lo vuole!”

LA SECONDA FINALITA' DEL SAGGIO
Il saggio in questione è anche un’apologia del relativismo fino a dimostrare che, al di là di proclami universalistici di facciata, persino la Chiesa cattolica ne è fortemente intrisa, visto che è riuscita ad adattarsi continuamente ai cambiamenti avvenuti in duemila anni di Storia. Ma è relativa anche la morale comune che spesso marchia comportamenti insoliti destinati in futuro a diventare invece normali. Un relativismo, il nostro, finalizzato alla tolleranza universale poiché nessuno può pretendere di essere il depositario di verità teologiche e morali assolute. La nostra è anche una riflessione su quale “Teoria del vivere” (Ethikos) l’uomo del terzo millennio debba abbracciare. Parliamo di Ethikos e non di Ethos proprio perché quest’ultimo ha quasi sempre sottinteso un insieme di comportamenti legati alla religione o ad una morale creduta immutabile. Così dopo una "pars destruens", il saggio giunge ad una "construens" che affronta non solo la morale individuale e sociale ma anche i comportamenti di fronte alla crisi ambientale e alla globalizzazione con i suoi risvolti drammatici sulle economie di tutto il mondo in cui dominano da un lato la disoccupazione e dall’altro lo sfruttamento.
Infine il saggio mette in evidenza la necessità di una solidarietà globale imposta dalla grande sfida dei cambiamenti climatici sottolineando, però, che, come nella teoria dei vasi comunicanti, un miglioramento delle condizioni socio-economiche dei Paesi in via di sviluppo presuppongono un peggioramento delle nostre così come, a seguito della Rivoluzione francese, i valori di uguaglianza e libertà fecero ascendere il ceto borghese e portò, attraverso l’abolizione dei suoi privilegi, alla fine della nobiltà feudale.
Il prof. Stefano Visentin dell'Università degli Studi di Urbino Carlo Bo su Spinoza e il Trattato teologico-politico per la Societas Spinozana Societas Spinozana: https://youtu.be/azVuN0e8rHU.
Ed ecco il convegno urbinate. A breve anche quello parigino
Finalmente online, sul secondo numero di Meta (2/2020), il primo dei miei due saggi sul nesso, ancora poco esplorato ma denso di interesse, Spinoza-Kant: "L’adeguatezza della legge morale: Spinoza, Kant e l’esperienza della libertà". Il secondo uscirà il prossimo anno ed entrambi saranno ricompresi entro un progetto di più ampia portata di cui, a breve, spero di potervi dare notizia. L'attenzione degli studiosi che vi hanno lavorato si è concentrata soprattutto sulla prima e la terza Critica, ma anche relativamente alla seconda, come spero di essere riuscita a mostrare, v'è qualcosa di prezioso da portare alla luce.
Qui di seguito il link per scaricarlo e l'abstract
https://www.metajournal.org/abstract.php?id=438.

In this article we want to suggest that, in the Critique of Practical Reason, the Moral Law works as an adequate idea that makes us adequate causes and, consequently, that the freedom’s experience procured by its conscience is not so different from the one of eternity described in the fifth book of the Ethics. Indeed, both Spinoza and Kant admit the existence of something different from phenomena that, with them, is necessarily involved. "Faktum" is the Kantian name of this singular synthesis between heterogenous and, at the same time, also the name of the way in which, while the body endures, the mind can grasp something of its eternity thanks to the virtuous circle between necessity and freedom.
Questo capitolo per me è un piccolo capolavoro. Cosa ne pensate?
Buonasera a tutti,

in questa rilettura estiva dell'Ethica, accompagnata dalla guida alla lettura di Emanuela Scribano, mi sono imbattuto nuovamente nello scolio alla prop. 45, la quale ( assieme alla prop. 24 della I parte) pare dare un' anticipazione della nozione di conatus introdotta poi nella parte III (si parla qua di "forza (vis) per la quale ciascuna (cosa) persevera nell'esistenza").
La Scribano, almeno da quel che ho inteso, sembra dare un'interpretazione abbastanza rigida del rapporto tra eternità e durata: sembra esservi uno scarto ontologico netto tra esistenza nella durata delle cose singole ed esistenza nell'eternità, da cui conseguirebbe queste due dimensioni, non solo non possano essere immanenti l'un l'altra, né tra loro comunicabili, ma non possano costituire tantomeno l'una (la durata) il riflesso e l'esplicazione dell'altra ( l'eternità). Secondo la Scribano, l'esistenza delle cose singole costituirebbe in questo modo un' "aggiunta" all'esistenza (eterogenea rispetto alla prima) delle cose singolari nella dimensione dell'eternità.
Date queste considerazioni, ritorniamo al conatus.
Il conatus viene dedotto da Spinoza, sia in Eth., II, prop.45, sco., sia in Eth., III, prop. 6, da quella che la Scribano chiama "essenza eterna" dei modi singolari, vale a dire l'essenza dei modi in Dio, in quanto modificazioni degli infiniti attributi di Dio (essenza che in talune parti dell'Ethica viene definita come "formale"): in quanto espressione degli attributi di Dio, i modi sono espressione della potenza divina (che nella prop. 34 della I parte si identifica con l'essenza divina), e in quanto tali, non possono essere causa della propria impotenza; ergo, si sforzeranno di perseverare nel proprio essere.
Il fatto, è che questo "sforzo" si esplica nel piano della durata, e non appartiene perciò a quel piano dell'eternità da cui viene dedotto; si viene in questo modo a stabilire un qualche tipo di legame tra eternità e durata, che la Scribano tenderebbe ad escludere attraverso la propria interpretazione. Dall'essenza formale ed eterna degli enti verrebbe perciò dedotta l'essenza attuale dei modi (il conatus), esistente solo nella dimensione temporale della durata.

Voi che lettura ne dareste di questi passi?

Spero di essere stato chiaro e soprattutto di non aver scritto alcuno sproposito. Nel caso sarei lieto mi correggeste.

Grazie per la lettura.

Pagina ufficiale dell'Associazione "Societas Spinozana". Official page of the Italian Association "S

Normali funzionamento

Spinoza, maestro di libertà 28/12/2022

Spinoza, maestro di libertà

Spinoza, maestro di libertà.

Spinoza, maestro di libertà In Francia sono appena state pubblicate tutte le opere del filosofo olandese. A dimostrazione che quella di Spinoza è una philosophia perennis. Ecco in sintesi la storia di un pensatore geniale, che visse nell’anonimato in uno dei periodi più oscuri della storia umana, attraversato da guerre di ...

Journal of Spinoza Studies 27/12/2022

Journal of Spinoza Studies

Cari amici, ecco il primo numero del Journal of Spinoza Studies con tanti articoli anche scaricabili. Buona lettura!

Journal of Spinoza Studies Journal of Spinoza Studies

02/12/2022

Mercoledì 21 dicembre ci sarà a , in modalità mista, sia in presenza che a distanza, la Giornata di studi della Societas Spinozana, con la discussione di nuove ricerche, la presentazione del libro di Vittorio Morfino e la riunione delle socie e dei soci alle ore 16.

Voci spinoziane. Giornata di studi della Societas Spinozana
a cura di Alessio Lembo e Francesco Toto
21 dicembre 2022, Università degli Studi di Roma Tre
Aula Verra, via Ostiense 236

ore 10.00
Domenico Berni
(Università degli Studi di Roma Tre)
Il linguaggio in

ore 11.00
Pausa

ore 11.15
Benedetta Catoni
(Università di Roma La Sapienza)
Ricerche per un lessico della tolerantia in Spinoza

ore 12.15
Pausa

ore 14.00
Presentazione del libro di Vittorio Morfino, Intersoggettività o transindividualità (Manifestolibri 2022)

Ne discutono con l'autore: Roberto Finelli (Università degli Studi di Roma Tre), Diego Lanciote (Università degli Studi di Napoli Federico II) e Andrea Moresco (Scuola Normale Superiore di Pisa).

ore 16.00
Assemblea ordinaria delle socie e dei soci della Societas Spinozana

Collegamento in remoto al link: https://zoom.us/j/6039816170

Per info: [email protected]

Spinoza in Soviet Philosophy 29/11/2022

Spinoza in Soviet Philosophy

Cari amici, ecco il video di “Spinoza in Soviet Philosophy”, all’interno del ciclo “Spinoza, Marx e dintorni” di “Ricezioni Spinoziane”.

Spinoza in Soviet Philosophy “Spinoza in Soviet Philosophy”, all’interno del ciclo “Spinoza, Marx e dintorni” di “Ricezioni Spinoziane”, a cura della Societas Spinozana (Vittorio Morfino...

24/11/2022


Baruch (in ebraico ברוך שפינוזה, Baruch; in latino Benedictus de Spinoza; in portoghese Bento de Espinosa; in spagnolo Benedicto De Espinoza; Amsterdam, 1632 – L'Aia, 21 febbraio 1677)
📕📗📘
"Di famiglia ebrea emigrata dal Porto- gallo, entrato a far parte della comunità ebraica, ne fu ben presto espulso (1656) per le sue opinioni, apertamente professate e sostenute, contrarie all’ortodossia religiosa. Ritiratosi allora in varie località olandesi – prima a Rijnsburg, vicino a Leida, nel 1660, poi a Voorsburg vicino all’Aia, ove entrò in contatto con circoli politici liberali e, in particolare, con i fratelli De Witt – vi fece vita modestissima e ritiratissima dapprima esercitando la professione di preparatore di cristalli ottici e più tardi accettando qualche tenue aiuto dagli amici. In vita pubblicò soltanto Renati Des Cartes principiorum philosophiae Pars I et II, more geometrico demonstratae (1663; trad. it. I principi di filosofia di Cartesio e l’Appendice) e, anonimo, il Tractatus theologico-politicus (1670; trad. it. Trattato teologico-politico), che gli procurò tuttavia tali inimicizie da indurlo a rinunziare alla pubblicazione di quella che fu l’opera di tutta la sua vita e il suo capolavoro, l’Ethica. Al 1676 risale una visita di Leibniz in cui i due filosofi discussero la prova ontologica di Dio di Descartes. Alla sua morte, gli amici pubblicarono (1677) gli Opera posthuma, l’Ethica ordine geometrico demonstrata (trad. it. Etica) (➔); il Tractatus politicus (incompiuto; trad. it. Trattato politico); il Tractatus de intellectus emendatione (incompiuto; trad. it. Emendazione dell’intelletto); le Epistolae; il Compendium grammatices linguae hebreae. La formazione del pensiero di S. non è documentabile; certo il Tractatus theologico-politicus e, più indirettamente, le altre opere attestano una cultura ebraica, com’è certo che S. assunse lo schema e i termini delle questioni da opere scolastiche cinque e seicentesche. È probabile che S., frequentando i libertini e in partic. Franciscus van den Enden, suo insegnante di latino, abbia conosciuto la pubblicistica clandestina di carattere ateistico e materialista radicale, e forse anche gli scritti di Bruno. È difficile anche documentare lo svolgimento del pensiero di S.; si può parlare di una crescita, di una maturazione del pensiero spinoziano dai giovanili Breve trattato su Dio, l’uomo e la sua beatitudine (1660: noto soltanto in trad. olandese, benché composto originariamente in latino) e Tractatus de intellectus emendatione fino all’Etica, ma non proprio d’uno sviluppo che l’abbia, nel tempo, condotto ad affermazioni via via diverse. Il suo pensiero si svolge con molta coerenza e sostanziale unità, emancipandosi via via dalle sue matrici, e principalmente dalla filosofia di Descartes.
I primi scritti: emendazione dell’intelletto, esistenza di Dio e filosofia cartesiana

Nella formazione di S., accanto a temi baconiani e hobbesiani, matrici platoniche, fino alla filosofia dell’amore di Leone Ebreo, hanno un posto di primo rilievo gli scritti cartesiani, seppure su temi centrali, quali la dottrina della volontà, della libertà, o la concezione della mente come sostanza pensante, egli maturerà un profondo e radicale distacco dalle tesi del cartesianesimo. Il Korte Verhandeling van God, deMensch en deszelvs Welstand (Breve trattato su Dio, l’uomo e la beatitudine) composto intorno al 1660, presenta un orizzonte di riflessione in cui la dimostrazione a priori dell’esistenza di Dio, formulata diversamente che nell’Ethica, si compone con il necessitarismo, il rifiuto del creazionismo, l’identificazione di pensiero ed estensione come attributi divini, fino ad arrivare all’equivalenza di Dio e natura: «della natura viene affermato tutto e […] la natura consiste perciò di infiniti attributi, ciascuno dei quali è perfetto nel suo genere. E questo concorda esattamente con la definizione che si dà di Dio» (I, 2, 12). Nel Tractatus de intellectus emendatione (1662 ca.) la riflessione metodologica intorno al corretto modo di acquisire il sapere, mediante l’intelletto, individuando i gradi di sviluppo (empirici e razionali) che ne caratterizzano la vicenda sia sul piano individuale sia sul piano dell’umanità nel suo complesso confluisce con la necessità di ottenere una «suprema felicità» di ordine contemplativo, che consiste nella «conoscenza dell’unità che collega la mente all’intera natura». L’esposizione dei Principi della filosofia di Cartesio presenta invece il ripensamento in forma sintetico euclidea della metafisica cartesiana, in cui il rifiuto del procedimento analitico comporta già un mutamento della prospettiva metafisica relativamente alla questione dell’ordine e della deducibilità causale del reale, in cui la sostanza individuale accertata dal cogito perde la centralità.
Metafisica

Movendo dai problemi più tipici del cartesianismo (concetto di sostanza, dualismo res cogitans-res extensa), S. svolge la sua opera maggiore, l’Ethica, «ordine geometrico», cioè dando al discorso una struttura di tipo euclideo, e quindi procedendo per definizioni, assiomi, dimostrazioni, corollari, scoli. Centrale il problema della sostanza: sostanza è ciò che è in sé e viene concepito per sé, ciò il cui concetto non ha bisogno del concetto di un’altra cosa; tale sostanza – oggettivamente concepita – è causa sui: la sua essenza implica l’esistenza. Come tale la sostanza è unica, perché altrimenti sarebbe limitata e per ciò stesso condizionata da altro, il che è contro la definizione stessa di sostanza. Una è quindi la sostanza e questa è infinita. Tale sostanza – che può appellarsi anche Dio o natura – si manifesta in attributi o proprietà infinite: ogni attributo è infinitamente perfetto nel suo genere, ma non assolutamente infinito, perché ciascuno è determinazione o manifestazione dell’infinita sostanza. Degli attributi (che nel loro complesso sono la sostanza stessa) noi ne conosciamo due soli, il pensiero (la res cogitans) e l’estensione (la res extensa); cioè la sostanza si esprime a noi sotto due forme, quella dei fenomeni materiali e quella dei fenomeni spirituali. Ogni attributo è concepito per sé (in quanto costituente la sostanza), indipendentemente da ogni altro attributo, ma non per questo gli attributi rinviano a due sostanze distinte, bensì all’unica sostanza (superando così il dualismo di Cartesio). Ogni attributo si determina nei modi, affezioni della sostanza, che costituiscono l’insieme delle cose determinate e finite. I modi di ciascun attributo non agiscono sui modi dell’altro attributo (in quanto ogni attributo è concepito per sé e indipendentemente da ogni altro): ma i modi dell’attributo pensiero e i modi dell’attributo estensione si corrispondono perché hanno ciascuno per causa l’unica sostanza – o Dio – di cui gli attributi sono manifestazione. S. può dire che «l’ordine e la connessione delle idee è identico all’ordine e alla connessione delle cose», perché ciascun evento dell’una e dell’altra serie dei modi è lo stesso evento (data l’unicità della sostanza), visto ora sotto l’attributo pensiero, ora sotto l’attributo estensione: in questa prospettiva S. ritiene di aver superato il dualismo cartesiano anima-corpo. Ricondotta tutta la realtà all’unica sostanza, ove quindi le cose particolari non sono altro che modi mediante i quali gli attributi di Dio sono espressi e determinati, quell’unica sostanza – o Dio o natura – è la causa immanente di tutta la realtà e ogni cosa dipende necessariamente da essa nel suo essere e nel suo operare; nulla è contingente. La sostanza così intesa è la natura naturante (Dio in quanto causa libera); la natura naturata è invece la molteplicità dei singoli accadimenti quale segue necessariamente dalla sostanza e dai suoi attributi; Solo una visione parziale – legata al primo e inferiore grado di conoscenza, l’immaginazione – può far ritenere autonomi e contingenti i singoli esseri finiti; una conoscenza più profonda – intellettuale – fa cogliere il fondamento di tutti gli esseri nell’unica sostanza rispetto alla cui immanente causalità tutto è intrinsecamente determinato. Ma questa assoluta necessità – propria della natura di Dio – si identifica con l’assoluta libertà, in quanto Dio agisce libero da ogni condizione, come causa sui. In questa prospettiva, gli individui (i modi) rientrano nell’ordine eterno della realtà e sono tutti necessitati: le distinzioni e i giudizi di valore derivano da una visione settoriale e parziale della realtà, così come le distinzioni di bene e di male che derivano dall’ignoranza e dal non vedere l’intrinseca necessità che regge gli atti di tutti gli individui; soltanto elevandosi alla visione dell’unica sostanza (visione intuitiva) si coglieranno le realtà singole come necessarie e determinate a esistere e a operare in un nesso infinito di cause.
Teoria della conoscenza

Giungere a questa visione della profonda unità del tutto (al di là quindi dell’immaginazione e anche della ragione che coglie discorsivamente il nesso causale del tutto) è proprio della forma più alta di conoscenza, la conoscenza intuitiva: conoscere diviene così ascesa da una conoscenza della realtà per frammenti a una conoscenza della realtà sub specie aeternitatis e con questa si realizza anche un compito etico, quello di liberarsi dagli errori dell’immaginazione e dalle passioni cui la mente è soggetta finché non ne ha un’idea chiara e distinta. Ultimo termine di questa conoscenza intuitiva, che è il coincidere della mente con l’idea della nostra mente in Dio, è l’amor Dei intellectualis che è l’amore stesso di Dio.
Morale e politica

L’ispirazione morale è fondamentale in tutta l’Ethica di S. la cui parte più ampia è dedicata all’esame delle passioni, della «servitù» e della «libertà» umana. Esame che vuole avere il rigore di un’analisi matematica, che non esprime lodi o condanne, ma vuole intendere la natura delle passioni: S. muove dall’analisi di quello sforzo (conatus) che si chiama volontà se riferito solo alla mente, appetito se riferito alla mente e al corpo. L’appetito fa perseguire all’uomo ciò che è utile alla sua conservazione e che per questo è chiamato bene; bene e male si definiscono in rapporto a ciò che è per noi utile o nocivo. Si configura così un’iniziale urto di interessi e di passioni tra gli uomini in cerca ciascuno del proprio utile. Da questa iniziale lotta gli uomini escono liberandosi progressivamente dalle passioni che li rendono schiavi: liberazione che ancora una volta è provocata dalla ricerca di un utile più alto (e quindi di un bene più alto) che consiste nel dominare le passioni con la ragione: la conoscenza – l’idea chiara e distinta – libera dalle passioni: sicché l’esercizio della ragione si definisce compito etico (nello sforzo di conoscere consiste la virtù), e poiché termine ultimo della conoscenza è Dio, suprema virtù della mente è conoscere Dio. Agire virtuoso è dunque realizzare il proprio essere come ragione; allora, al di là delle passioni, la sapienza è pienezza del proprio essere, meditatio vitae. Alla generale concezione metafisica si collega il pensiero politico di S.: diritto di natura (o diritto di Dio, posta l’equivalenza Deus sive natura) è la stessa potenza di Dio, e il diritto di ogni cosa naturale – ciascuna manifestazione della potenza di Dio – è ciò che ciascuna può e opera. Il diritto di natura da un punto di vista oggettivo è il complesso delle regole della natura di ciascun individuo, e tale diritto si estende fin dove si estende la potenza della natura; dal punto di vista soggettivo il diritto di natura viene a coincidere con la potenza di ciascuno. E poiché gli uomini, anziché farsi guidare dalla ragione, si lasciano dominare dalle passioni, ne nasce una condizione miserevole di lotta e di guerra: per uscire da questo stato (la cui descrizione è assai vicina all’analisi di Hobbes) gli uomini si sono uniti, esercitando collettivamente il diritto che ciascuno individualmente aveva, in modo che tale esercizio fosse determinato dal potere e dalla volontà di tutti. La società nasce quindi da un patto con cui gli uomini si sono impegnati a seguire non le passioni, ma il dettame della ragione che insegna a difendere il diritto altrui come proprio, e questo anche per l’utile di ciascuno. Così per superare l’originario stato di lotta, dominato dalle passioni, gli uomini hanno rinunciato al proprio illimitato diritto naturale assicurandosi di vivere in comunità senza danneggiarsi gli uni con gli altri: ne nasce una societas che rivendica a sé il diritto di giudicare il bene e il male e esercita il potere di prescrivere norme di vita comune: la società resa forte dalle sue leggi si chiama Stato. Mentre nello stato naturale non c’è bene e male (se non ciò che è a ciascuno utile o nocivo), tali distinzioni si pongono nello stato civile, ove sono stabilite per comune consenso: bene e male, giusto e ingiusto sono cioè distinzioni convenzionali e dipendono dalla volontà dello Stato (che è la volontà di tutti), che ciascuno è tenuto a seguire. Va tenuto presente che tale volontà dello Stato è per S. espressione della ragione: è la ragione che fa uscire dallo stato di natura e che si afferma nello stato civile; in questo si realizza anche la libertà perché seguendo le leggi dello Stato si segue la ragione: fine dello Stato sarà quindi liberare dalle passioni e garantire a ciascuno di affermare pienamente il proprio essere come ragione. Di qui la difesa della libertà di pensiero la ‘libertas philosophandi’ (cfr. lettera a Oldenburg, 1670), diritto fondamentale dell’uomo, che lo Stato deve garantire e promuovere: «nessuno può, né può essere costretto a trasferire ad altri il proprio naturale diritto, e cioè la propria facoltà di ragionare liberamente e di esprimere il proprio giudizio intorno a qualunque cosa» (Tractatus theologico-politicus, 20, 1). Tale libertà di pensiero è anche libertà di religione (il potere dello Stato si ferma alle azioni esterne).
Critica biblica e teologia

La dottrina politica di S. svolta nel Tractatus theologico-politicus si congiunge nella stessa opera al problema della staticità della Bibbia, del valore dei profeti e del rapporto tra filosofia e teologia. In sede di critica storica, S. è uno dei primi a porre in termini di analisi testuale l’esame della Bibbia con il rifiuto di attribuire a Mosè il Pentateuco e con tentativi di nuove attribuzioni e datazioni dei libri del Vecchio Testamento. Quanto ai contenuti dell’insegnamento biblico, essi per S. non presentano verità filosofiche o scientifiche ma semplicemente insegnamenti etico-pratici e richiedono obbedienza, fede; nessun contrasto quindi con la filosofia che svolge il suo discorso su un piano razionale, indirizzandosi alla minoranza degli uomini capaci di acquisire la virtù con l’esercizio della sola ragione: «lo scopo della filosofia non è altro che la verità; mentre quello della fede è soltanto l’obbedienza e la pietà» (XIV). "
tratto da www.treccani.it

Spinoza in Francia 24/11/2022

Spinoza in Francia

Cari amici, ecco il link dell'evento Ricezioni spinoziane, "Spinoza in Francia".

Spinoza in Francia Per la serie "Ricezioni spinoziane", "Spinoza in Francia/2" a cura di Saverio Ansaldi, Fiormichele Benigni, Diego Donna e Mariangela Priarolo: Maria Laura La...

24/11/2022

Il 24 novembre 1632 ad Amsterdam nasceva Baruch Spinoza, una delle menti più geniali al mondo. Oggi lo celebriamo un po' di più!

Photos from Foglio Spinoziano's post 22/11/2022

💪

Photos from Metamorfosi dei Lumi's post 21/11/2022

Domani mattina alle ore 9:30 il nostro Francesco Toto (membro del comitato scientifico della Societas Spinozana - per iscriversi all'associazione, visitare il sito societas-spinozana.org) parlerà di Spinoza e dell'imitazione degli affetti, nell'interessante convegno torinese sulla compassione. Per partecipare al convegno a distanza su WebEx:
https://unito.webex.com/unito/j.php?MTID=m37d8680771e6e44ce6326f2c5b2425c5 (21 novembre)
https://unito.webex.com/unito/j.php?MTID=mbf13d2f718db2b8712eb586414899438 (22 novembre)

Photos from Museum Het Spinozahuis's post 15/11/2022

Photos from Museum Het Spinozahuis's post

12/11/2022

Amici spinoziani, segnaliamo la pubblicazione del volume "Spinoza en Angleterre. Sciences et réflexions sur les sciences", a cura di Pierre-François Moreau, Andrea Sangiacomo e Luisa Simonutti, Brepols, 2022, in cui compaiono anche i contributi di vari membri della Societas!

Ecco il link: https://www.brepols.net/products/IS-9782503593838-1

12/11/2022

Cari amici, giovedì 17 Novembre, dalle 16.30 alle 18.30, presso l'Università di Bologna (Aula Mandolfo, via Zamboni 38), avrà luogo la presentazione del libro Karl Marx, Quaderno Spinoza. A cura di Ludovica Filieri. Milano, Bompiani, 2022. L'incontro, organizzato dai nostri amici di Sive Natura e coordinato da Diego Donna, si terrà in presenza della curatrice Ludovica Filieri.

Per maggiori informazioni, consultare il seguente link:
https://site.unibo.it/sivenatura/it/eventi/presentazione-del-volume-di-k-marx-quaderno-spinoza-a-cura-di-ludovica-filieri-milano-bompiani-2022

Spinoza en Pléiade : entretien avec Bernard Pautrat 04/11/2022

Spinoza en Pléiade : entretien avec Bernard Pautrat

Qui l'intervista al filosofo Bernard Pautrat che ha curato la nuova raccolta completa delle opere spinoziane, uscita il 14 ottobre.

Spinoza en Pléiade : entretien avec Bernard Pautrat La Bibliothèque de la Pléiade propose une nouvelle édition des Œuvres complètes de Spinoza dirigée par Bernard Pautrat.

29/10/2022

Traduzione di Andrea Sangiaocmo. Settembre 2022.

26/10/2022

Gruppo di studio a Roma sull'Etica di Spinoza:
5 incontri a partire dal 28 ottobre 2022.

Per informazioni contattare David Levy,
Lecturer in philosophy, John Cabot University
([email protected]).

24/10/2022

Il "Quaderno Spinoza" di Karl Marx, con Massimo Cacciari, Donatella Di Cesare e Pina Totaro e con la curatrice Ludovica Filieri. Domani, 25 ottobre, dalle ore 11 alle ore 13 solo in presenza a Roma.

16/10/2022

https://site.unibo.it/sivenatura/it/eventi/convegno-internazionale-la-filosofia-di-spinoza-attraverso-la-piu-recente-generazione-di-studiosi-spinozisti

Spinoza's Philosophy: international young scholars conference / La filosofia di Spinoza attraverso la più recente generazione di studiosi spinozisti

Accademia delle Scienze, via Zamboni 31, 40126 Bologna

19th and 20th October 2022, 9.00-18.30

Remote access available
Registration required. Please email: [email protected]


Conference Programme


Wednesday 19th October, 9.00

9.00 – 9.30 – Riccardo Caporali, Introduction and Presentation

9.30 – 10.15 – Eric Aldieri, Non-Memorial: On the Specificity of Spinoza’s Notion of Memory and Its Significance for Part V

10.15 – 11.00 – Manuela Filomena Ottaviani, Spinoza, risum et comoedia : quelques notes sur le rôle du théâtre chez Spinoza

11.00 – 11.30 – Coffee break

11.30 – 12.15 – Andrea Moresco, The imitation of affects and the formation of social models

12.15 – 13.00 – GIl Morejon, Memory, Eternity, and Freedom in Part V of Spinoza’s Ethics


Wednesday 19th October, 15.00

15.00 – 15.45 – Julien Ferre, Spinozisme et abduction : de la rationalité à la raison

15.45 – 16.30 – Luigi Emilio Pischedda, A contested paradigm: the logic of representation in Spinoza’s Theological-Political Treatise

16.30 – 17.00 – Coffee break

17.00 – 17.45 – Andrea Blättler, Power of acting and thinking, Unity of body and mind – Some thoughts on social conditions of reason

17.45 – 18.30 – Emma Barettoni, Que peut une promesse? Langage et pouvoir dans la pensée de Spinoza


Thursday 20th October, 9.00

9.00 – 9.45 – Ivo Eichorn, Constitution as Border: Some Thoughts on the Limit Figure "peregrinus" in the Political Treatise

9.45 – 10.30 – Ece Eldem, La démocratie et l’autonomie Chez Spinoza

10.30 – 11.00 – Coffee break

11.00 – 11.45 – Andrea Ricci Maccarini, How nature creates a nation: the role of passions and religion in the history of the Hebrew state

11.45 – 12.30 – Lale Arab Jouneghani, The Importance of Spinoza for Iran Today


Thursday 20th ottobre, 15.00

14.30 – 15.15 – Alessio Lembo, Spinoza and the Authority of Paul: Historical Necessity or Theoretical Confrontation?

15.15 – 16.00 – Anaïs Delambre, La religion philosophique de Spinoza. Dialogue entre C. Gebhardt et F. Alquié

16.00 – 16.30 – Coffee break

16.30 – 17.15 – Thomas Minguy, Spinoza in Sade’s Bo***ir

17.15 – 18.00 – Valentin Brodsky, Jaspers, reader of Spinoza

14/10/2022

I simpatici amici della pagina La mascherina di Godot. :D

Spinoza, "Etnica", Laverza 2009 - In quest'opera composta intorno ai vent'anni, Spinoza esalta la vita gioiosa e spensierata dei fricchettoni di Amsterdam, tra gangia e funghi allucinogeni, una chitarra e uno spinello, al ritmo travolgente dei bonghi e della musica afro (di cui il giovane Baruch era appassionato). Decisamente troppo per la comunità sefardita, che nel 1656 decide di metterlo al bando. Come si legge nel documento di cherem: "Che sia maledetto di giorno e di notte, mentre dorme e quando veglia, quando entra e quando esce. Che l'Eterno non lo perdoni mai. Che l'Eterno accenda contro quest'uomo la sua collera e riversi su di lui tutti i mali menzionati nel libro della Legge; che il suo nome sia per sempre cancellato da questo mondo e che piaccia a Dio di separarlo da tutte le tribù di Israele affliggendolo con tutte le maledizioni contenute nella Legge. Perché il fumo e i funghetti potremmo anche considerarli kosher; e potremmo pure perdonargli la blasfemia, quando è strafatto e vede Dio dappertutto; ma 'sti bonghi hanno veramente rotto il c***o".

14/10/2022

Cari amici, segnaliamo una nuova collana di testi filosofici da acquistare in edicola con Repubblica, che prevede come settima uscita un testo su Spinoza, previsto per il 19 novembre. I testi hanno la prefazione di Maurizio Ferraris.

https://inedicola.gedi.it/prodotto/biblioteca-filosofica/

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Una Società Spinoziana

La lettera che segue fu letta il 28 Maggio 2014 da Andrea Sangiacomo al termine del convegno “Corporis Humani Fabrica” tenutosi presso la Facoltà di Filosofia di RomaTre. In quell'occasione nacque un piccolo gruppo di persone interessate al pensiero di Spinoza che intendevano riunirsi studiando i testi scritti da e sul filosofo. Il 1° Luglio 2017 quel piccolo gruppo, che era nel frattempo arrivato a superare abbondantemente le 150 persone, ha formalmente costituito l’Associazione “Societas Spinozana”.

Così Spinoza scriveva a Johannes Bouwmeester nel 1665 per esortarlo a ciò che di più importante ci possa essere nella vita, dedicarsi alla cura e al perfezionamento della parte migliore di noi. E per esortarlo, anzitutto lo rassicura di non dubitare del suo ingegno, di non credere che le sue questioni e i suoi problemi siano indegni di un uomo dotto. Baruch ascolterà e sarà felice di rispondere. Come scriveva già qualche anno prima a un altro amico, Simon de Vries, “mi rallegro che le mie piccole riflessioni siano utili a te e ai nostri amici. Così infatti parlo con voi anche se non ci siete”.

Questa Societas Spinozana è quella che si intende riunire, in altri spazi e altri tempi, ma sempre in risposta a questo appello al dialogo e al confronto che per Spinoza era la cifra stessa della vera amicizia. Chiunque interessato può essere un amico di Spinoza, chiunque può partecipare alle riunioni della Societas, chiunque può intervenire e commentarne le discussioni. Tra tutti gli amici, alcuni (i Soci) si impegnano a vedersi di persona almeno una volta l’anno in uno dei due incontri che si organizzeranno. Questi Soci sono per lo più giovani non ancora assunti nel mondo dei “dotti”, giovani dei quali è più difficile conoscere ricerche e interrogativi, per i quali è più stringente discutere problemi e prospettive, confrontandosi e condividendo sapere, stimoli e scorci. La Societas non ha struttura e non ha capi, non ha sede e non persegue finalità ufficiali. Essa stessa vive di volta in volta ospite di amici, come Spinoza sempre ha vissuto.

Dal 1 luglio 2017, l’Associazione si è costituita formalmente, con lo stesso spirito della lettera degli inizi. L’Associazione è formata dall’insieme dei Soci, con un Consiglio Direttivo e un Comitato Scientifico. Vi è uno Statuto, una quota d’iscrizione, ed è possibile inviare donazioni, per contribuire alla diffusione del pensiero di Spinoza, con eventi, seminari e lezioni.

Video (vedi tutte)

info@societas-spinozana.org
"Racconti spinoziani", il primo incontro con il prof. Gianfranco Mormino dal titolo "Le leggi della mente: riflessioni s...
“Spinoza on Reason, Passions, and the Supreme Good” di Andrea Sangiacomo
“Norma, segno, autorità. Filosofia, teologia e politica in Spinoza" di Diego Donna

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Orario di apertura

Lunedì 09:00 - 18:00
Martedì 09:00 - 18:00
Mercoledì 09:00 - 18:00
Giovedì 09:00 - 18:00
Venerdì 09:00 - 18:00
Sabato 09:00 - 18:00
Domenica 17:00 - 18:00
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