19/09/2020
Da leggere tutta.
Ciao Amiche di
Oggi con voi voglio parlare di un argomento che fa parte dei nostri giorni, il BULLISMO.
Lo facciamo attraverso il racconto di un ragazzo che è stato vittima di BULLISMO.
Leggete genitori, perchè i figli sono i nostri, che sia vittima o bullo, il nostro compito è visionare ed aiutare!
Io ringrazio Vincenzo per averci raccontato , la sua storia, lo ringrazio a nome di tutti i genitori, perchè se oggi, ci sono adolescenti che si uccidono, perchè vengono BULLIZZATI noi, dobbiamo fare qualcosa, che la sua storia ci sia d'aiuto!
Ciao chiamo Vincenzo Vetere e sono stato vittima di bullismo.
La mia storia inizia dall’età di 6 anni, in prima elementare
Ero molto magro, minuto, indifeso e vedendo che i miei compagni non mi volevano nel loro gruppo passavo le mie giornate scolastiche da solo, in disparte.
Alle scuole medie, pensavo che la situazione migliorasse, ma non fu cosi, anzi peggiorò; gli insulti che ricevevo alle elementari migrarono alle medie. In questi tre anni ricevetti botte, schiaffi e pugni fuori da scuola, solo perché non avevo le si*****te in tasca, oppure perché rifiutavo la loro richiesta di fumare.
Il bullo è una persona fragile che se la prende con chi sa che non può sorpassarlo.
Nel 2009 iniziai il primo superiore, ero felice e speranzoso; compagni nuovi, nessuno conosceva la mia storia, nessuno sapeva chi ero e cosa avevo subito, potevo iniziare d’accapo. Provai subito a socializzare, mi sforzavo di parlare con gli altri anche se avevo paura delle persone, e soprattutto che potessero ferirmi ancora.
Inizialmente sembrava che andasse tutto liscio, ma qualche mese un ragazzo pluriripetente iniziò a sfogare la sua ira su di noi. Io non avevo il coraggio di rispondere e di controbattere, avevo paura di essere contrastato da lui, ero fragile.
Era diventato tutto un incubo, come alle scuole medie.
E fu cosi che in primo, secondo e terzo superiore le cose peggiorarono ulteriormente:Hanno scoperto che avevo un profilo Facebook, crearono profili falsi maschili e mi inviavano messaggi come: ”Ti amo , ti voglio incontrare”.
Poi a scuola sulle scalinate sentivo urlare : “Vetere è Gay”. La vergogna e il senso di vergogna verso la mia figura aumentava e incomincia ad isolarmi dal Mondo – anche se non era vero che io fossi omosessuale-.
Non parlavo con nessuno, solo con i miei genitori e la mia famiglia, che mi ha sempre detto :”Lascia stare , prima o poi si stancheranno” ma non so perché loro non smettevano mai, anche se ero fiducioso e attendevo quel giorno.
In 4 superiore decisi di diventare rappresentante di classe, la mia voglia di aiutare gli altri cominciava a crescere nel mio animo. Ero felice perché la mia classe iniziava a sostenermi, ma era tutta una falsa: mi tartassavano di messaggi ancora:” Domani c’è una verifica spostala” e invece non era vero. Fu cosi per un anno e io per accontentare tutti, dicevo sempre di si, continuavo ad essere buono. Nessuno mi ascoltava e io mi facevo in quattro per la classe, aggiornavo quotidianamente il gruppo Facebook sui compiti del giorno , e spesso pubblicavo i miei, tutto questo per farmi voler bene.
Dedicavo molto tempo a loro, ma a me non si interessava nessuno. Quando avevo bisogno mi chiudevano la porta in faccia. La scena più umiliante è stata l’ultima assemblea di classe, un ragazzo – il più burbero della classe – si alzò in piedi e gridò ad una Prof.
:“Io non mi sento tutelato e rappresentato di Vetere, non fa nulla in classe e se ne frega di noi” ma non era per niente vero!
La conseguenza di questa frase fu la perdita dei capelli, un alopecia fulminante, dovetti rasarmi i capelli per nascondermi dalla vergogna. La conseguenza a scuola fu disastrosa, altri insulti e altre cicatrici che restavano dentro di me.
Niente aveva più senso.
In quarta entrò di moda Ask.fm , i sito nel quale bisogna rispondere a dei quesiti proposti da anonimi o persone qualsiasi. Ricevetti molti insulti,minacce di morte e insulti a parenti molto stretti .
Dopo Ask.fm entrò di moda i Profili Spotted, pubblicarono molte frasi su di me e la mia famiglia, cosi le mie debolezze e i miei nomignoli diventarono di dominio pubblico..
La quinta superiore fu la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Ho passato un anno intero senza un compagno di banco, feci la gita di più giorni solo, con due ragazzi che non conoscevo e un Prof. Era anche l’anno della maturità e ho preferito stare da solo. Mi sentivo come un pesce fuor d’acqua in una classe formata da vari gruppetti e non unita.
L’Associazione è il frutto di molti anni di pressioni e sofferenze. È un’ Associazione contro il bullismo scolastico. Andremo ad aiutare le vittime di bullismo con incontri privati, ma anche tramite Social o di persona. Un’attività che coinvolgerà non solo le vittime, ma anche i bulli stessi, con attività socialmente utili.
Di bullismo si muore oggigiorno, sono stufo di sentire al tg di ragazzi che si suicidano per colpa di persone immorali e insensibili.
Io sono uscito grazie alla mia famiglia, a due cari amici e alla psicologa dell’istituto che piano piano mi hanno fatto sfogare e uscire dai margini che mi hanno portato i bulli. Le cicatrici rimarranno, ancora ho paura di parlare e sono molto timido, ma pian piano queste paure passeranno.
Ora esco, vado in discoteca, frequento bar, pub, lavoro e sto vivendo nel presente, per recuperare gli anni persi a sopportare decine e decine di persone che non hanno capito nulla dalla vita.
Come si sente un ragazzo che è vittima di BULLISMO?
Un ragazzo o un bambino quando è vittima di bullismo ha tanta paura del giudizio degli altri, chiede spesso conferme ed è raro che prenda decisioni da solo perché ha sempre paura di sbagliare, ha una bassissima autostima e si sottovaluta parecchio, rovinandosi gli anni più belli della sua vita.
I genitori che ruolo hanno nella vita e in quel momento cosi difficile del figlio?
I genitori hanno un ruolo molto importante in un caso di bullismo, spesso si tende a temporeggiare oppure a minimizzare la situazione ed è assolutamente sbagliato perché il ragazzo in quel momento soffre ed ha bisogno di un supporto. Di solito se un ragazzo parla il genitore deve sentirsi privilegiato perché si fida di loro. Bisogna fare attenzione ai piccoli segnali involontari che un ragazzo vittima ha, il calo scolastico, la poca voglia di uscire e di socializzare e i cambi di carattere sono indici che possano far pensare ad una situazione di disagio a livello scolastico.
Cosa dice ai genitori del BULLO?
Ai genitori del bullo, quando ho il piacere di parlare con loro, cerco di fargli capire che tutti i ragazzi possono e devono sbagliare, altrimenti non possono crescere, sbagliando si impara! Consiglio loro di non avere un atteggiamento punitivo ma correttivo e che magari valutare con la scuola un percorso di volontariato extrascolastico possa aiutar loro a capire il vero senso della vita.
Cosa vuoi dire al ragazzo o bambino che si comporta da BULLO?
Questa è una bella domanda, ce ne sarebbero tante però mi limito ad una sola :"Perché?"
Che consiglio dai alla vittima di BULLISMO?
Alla vittima di bullismo dico sempre di non fare come me, io sono stato in silenzio per troppo tempo ed ho fatto male, consiglio loro di parlarne con qualcuno e non necessariamente con i genitori, devono parlare con quella persona con cui si fidano di più!
Ci parli della sua associazione, cosa fà?
ACBS è un'associazione di volontariato formata da varie figure professionali ed io ho la fortuna di farne parte. ACBS va nelle scuole ed organizza incontri di sensibilizzazione e di formazione a studenti - genitori ed insegnanti, oltre che a dare supporto alla famiglie dei ragazzi vittime e bulli. ACBS oltre a tutto quello elencato prima, tramite i principali canali social cerca di dare dei messaggi positivi e di speranza a tutti, facendo capire che da questa piaga sociale si può uscire.
Lei Vincenzo, come è stato aiutato?
Io ne ho parlato con un amico ed ho capito che non era giusto subire, ho subito per talmente tanti anni che era diventata una cosa normale. Mi ha aiutato tanto l'associazione perché mi ha dato la possibilità di parlare davanti ai ragazzi e loro mi hanno dato la forza e la carica per andare avanti, devo dire grazie a loro se oggi sono quello che sono.
Come si sente oggi, come uomo, dopo quel periodo?
Oggi mi sento una persona nuova, porto ancora qualche scheletro nell'armadio, 13 anni sono 13 anni, però so di valere un pochino ed oggi so che con la mia esperienza e di tutti i volontari possiamo fare in modo di evitare che altri ragazzi subiscano quello che abbiamo subito noi. La nostra speranza è quella di chiudere ACBS prima o poi, se chiude un'associazione come la nostra vuol dire che non ci sarà più bisogno di noi.
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ACBS - www.acbsnoalbullismo.it
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