TI PASSO UNA GIOIA 🌸
Ieri sono stata in ospedale.
Gli ospedali, almeno per me, non si associano a nulla di bello.
Ho il terrore degli ospedali: per me sono solo posti enormi, dove ti puoi perdere, stare male, vedere i tuoi cari soffrire e a nessuno importa nulla.
Ma ieri, dentro qualcosa che di solito mi spaventa, ho trovato una cosa bella: un uomo.
No, non mi sono innamorata!😜
Semplicemente in un luogo dove sono solita trovare persone sbrigative, fredde e che ti ignorano, ho trovato un uomo attento.
Non so se fosse un infermiere o un impiegato, so solo che era un uomo estremamente gentile con tutti.
Nel tempo in cui sono stata in attesa l’ho visto dare il 5 ad un bambino, rincorrere un ragazzo disabile per salutarlo, rassicurare tutti che erano nel posto giusto ad attendere la visita, e sprizzare bontà ad ogni singola interazione umana.
Quando ho terminato la mia visita si è premurato di chiedermi se avessi bisogno di un giustificativo per il lavoro e di spiegarmi come tornare all’uscita.
Mi ha commossa.
In un luogo triste, dove molti lavoratori si lasciano abbattere, diventano cinici, si lamentano, lui ha scelto di prendersi cura con amore degli altri.
L’ho trovato una cosa davvero bella❤️
E siccome credo che ci sia bisogno di più “cose belle” nelle nostre vite, volevo condividere la bellezza con voi: ci sono persone che, nonostante si trovino in luoghi difficili, scelgono comunque di essere felici e amorevoli.
Il potere di essere felici è sempre nelle nostre mani🤲🏻
Oggi voglio passarti una gioia🌸 e se anche tu hai una "cosa bella" da raccontare scrivila nei commenti, porterai nel mondo sempre più gioia.
Valeria Gioia
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Milano
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20121
20100
20128
Ti accompagno a fare della tua vita ciò che vuoi 🎯 con il Coaching e con gioia! 🌸
Normali funzionamento
COME DIVENTARE PIÙ CREATIVA MANGIANDO POPCORN🍿
Vuoi una strategia per facilitare la tua Creatività?
Ti racconto un po’ delle mie ultime scoperte in merito.
Ci siamo lasciate qualche post fa accogliendo la verità che la Creatività non è un dono infuso dal cielo, né uno spirito capriccioso che viene a farci visita all’improvviso.
La Creatività è frutto di pratica quotidiana, né più né meno.
È una scelta, come lo può essere specializzarsi in ingegneria o imparare a fare la maglia.
Se è vero che l’Illuminazione Creativa, quel momento in cui vorresti gridare ”Eureka, ho trovato!”, non è controllabile, è pure vero che tutto ciò che puoi controllare è la tua Pratica Creativa.
Che necessita di allenamento disciplinato e costante.
È allenandoti giorno dopo giorno, ogni giorno, che puoi raggiungere buone prestazioni di Creatività.
Lo so, così facendo togliamo alla Creatività un po’ di sintomatico mistero e di poesia✨
Eppure è così che possiamo raggiungerla e portarla a nostro vantaggio!
Come è fatta la Pratica?
Ah! Questo è un altro, affascinante, mondo da esplorare.
Perché esistono delle fasi universalmente riconosciute, ma sembra poi che ognuno abbia la propria personale scaletta.
Al momento sto studiando e osservando la mia Pratica Creativa e ho individuato 6 fasi ricorrenti, ve ne parlerò.
Intanto vi confido che, nella seconda fase, spesso mangio popcorn: mi aiuta a superare il momento di frustrazione quando le cose non sono ancora belle come le vorrei.
E voi come “funzionate”? Avete un ingrediente segreto della vostra Pratica Creativa?
P.S. A volte mangio anche carote, così bilancio un po’!🥕
Non sei Creativa? È colpa di Platone 👴🏻
Se sai cos'è la Creatività, hai uno strumento in più per attivarla a tuo vantaggio.
O meglio, se sai cosa NON è.
Come mai?
Bene mettiti comoda, devo raccontarti una storia che inizia più di 2371 anni fa.
Ma non temere, sarò breve 😜
Non è un numero tirato a caso per farti sorridere, è una stima attendibile.
Il primo uomo che ha lasciato traccia dei suoi studi sulla Creatività è stato infatti niente meno che Platone.
Più di 2000 anni fa si chiese: "Ma cos'è la Creatività?".
Ecco, non avendo lui acceso, buonanima, a strumenti di imaging cerebrale per osservare il cervello durante compiti creativi... trovò comunque una sua risposta.
Secondo lui tutte le creazioni artistiche e letterarie erano imitazioni di forme perfette, esistenti nel “mondo delle idee”, perciò nessuno si inventa nulla.
Le persone Creative erano guidate da una sorta di ispirazione divina alla Creazione.
Ecco… lungi da me criticare Platone, sia chiaro.
Eppure temo che:
1⃣ Non si sia posto la domanda giusta;
2⃣ Questa risposta abbia generato uno dei più grandi fraintendimenti della storia, e millenni di persone frustrate all'idea di non essere Creative perché nessuno spirito divino è mai venuto a visitare la loro mente.
È ancora oggi abbastanza diffusa l'idea che la Creatività sia una specie di illuminazione, un momento in cui una persona viene guidata dal sacro fuoco dell’ispirazione arrivata da non si sa bene dove.
Ecco la Creatività NON è uno spirito capriccioso che preferisce alcune persone rispetto ad altre.
È vero che l’atto finale della Creazione può somigliare a ciò che dice Platone: una persona che, in uno stato di flusso, sembra agire a seguito di un’illuminazione.
MA… è solo l’atto finale!
Prima di arrivare lì c'è un lungo processo che viene ignorato dai più: la Pratica, come la definirebbe Seth Godin.
Cos’è la Pratica?
Oh, se vuoi essere più Creativa questa è la domanda giusta da farsi.
Ma questo è un altro post, a breve sui vostri schermi 😉
UNA STORIA CHE NON DOVREBBE ESISTERE: come degli abiti da operaia, molto coraggio e un’idea Creativa hanno cambiato il mondo.
È una storia di crudeltà e Creatività, che preferirei non poter raccontare.
Ma, anche se triste, contiene in sé qualcosa di prezioso.
È la storia di Lady Costance Georgina Bulwer-Lytton.
Una nobildonna inglese che, nei primi del ‘900, anche se con paura, scelse di partecipare alla causa del diritto di voto delle donne.
Perché aveva paura?
Dopo anni di proteste civili, i cambiamenti nella società erano inesistenti.
La rabbia di essere ignorate così a lungo sfociò in violenza: lanci di pietre e resistenza alla polizia erano all’ordine del giorno.
Così come gli arresti delle donne e la prigione.
Lì continuava la protesta: con lo sciopero della fame.
Anche Lady Lytton fu arrestata.
In carcere rimase sconcertata, mentre sentiva le urla di dolore delle sue compagne attraverso le pareti capì: a lei stavano riservando un trattamento di favore.
Le sue compagne urlavano perché venivano sottoposte all’alimentazione forzata: tenute con la forza, gli veniva aperta la bocca, infilato un tubo attraverso la gola e litri di una miscela disgustosa venivano scaricati nello stomaco, con il rischio di collasso polmonare e infezioni.
Questo trattamento è oggi equiparato alla tortura.
Cosa pensava l’opinione pubblica di questa procedura?
Nulla.
Il governo assicurava fosse per il bene delle donne.
Finché Lady Lytton ebbe un’idea, drammaticamente coraggiosa nella sua Creatività: avrebbe raccontato in prima persona l’esperienza, a lei avrebbero creduto.
Così si vestì di un soprabito e un cappello dozzinale, e andò a lanciare pietre con le altre suffragette.
Fu arrestata, e poiché non era nessuno, sottoposta alla tortura dell’alimentazione forzata.
Quando finalmente fu scarcerata raccontò tutto alla stampa.
E ottenne ciò che voleva: il governo cessò la tortura.
È triste sapere che è stato necessario un sacrificio simile, da parte di tante donne, per ottenere questo diritto.
E, allo stesso tempo, questa storia ci insegna che anche nelle condizioni più terribili, c’è una soluzione e che la Creatività è la nostra ancora di salvezza sempre.
SONO INCAPPATA IN UN GINEPRAIO
Volevo scrivere un post semplice.
Volevo condividere con voi la definizione di Creatività.
E invece…
Semplice non significa necessariamente facile, spesso le cose all’apparenza semplici sono le più complesse.
Tutti quanti sappiamo cos’è la Creatività, ma quando ci troviamo a doverla definire… persino gli esperti più blasonati concordano sul fatto che sia qualcosa di sfuggente.
Sono andata a ricercare nei sacri testi una definizione il più possibile chiara e sintetica.
Ho trovato pagine su pagine, capitoli su capitoli (interessantissimi), nel tentativo di spiegarla.
A volte poi gli esperti si contraddicono tra loro, molti aspetti sono controversi e non tutti la pensano allo stesso modo.
Volete qualche esempio?
Condivido con voi alcune delle opinioni più dissonanti che ho trovato:
1️⃣
La Creatività appartiene solo ad individui con determinati tratti di personalità.
vs
La Creatività è un aspetto fondamentale dell’essere umano, tutti siamo creativi per il semplice fatto di essere vivi.
2️⃣
La Creatività è tale solo se ciò che viene creato è utile.
vs
La Creatività è tale anche se semplicemente fine a se stessa.
3️⃣
Si può parlare di Creatività solo quando l’atto creativo è di servizio anche agli altri.
vs
Può essere ritenuto Creativo qualcosa che rimane soltanto all’individuo singolo.
Che ne pensate, con quale di queste affermazioni sulla Creatività siete d’accordo?
E con quale invece proprio no?
DOVE SONO LE DONNE CREATIVE? FATEVI AVANTI!
Da qualche tempo mi sono messa a studiare, in modo più approfondito, la Creatività.
Oltre a leggere molti libri sull'argomento, sto facendo anche un po’ di ricerche sulle persone creative più famose.
Per iniziare mi sono rivolta all'amico Google che sa sempre tutto, in genere.
Ma sapete cosa?
Mi sono usciti lunghi elenchi di nomi prevalentemente maschili, tra l'altro anche di epoche lontane nel tempo ormai.
Senza nulla togliere a personalità del calibro di Michelangelo, Garibaldi e Galileo Galilei, ci mancherebbe altro, mi sono però stupita e dispiaciuta, di dover specificare a Google che io cercavo anche personalità femminili creative.
E, allo stesso modo, dopo aver impostato una ricerca mirata sul femminile, mi sono stupita di non conoscere io per prima queste donne di cui Google mi parlava.
Perché oltre alla mitica Elsa Schiapparelli (se non la conoscete parliamone) non so nulla ad esempio di Nanda Vigo, Cini Boeri o Amalia Ercoli-Finzi, che pure sono grandi donne creative che hanno fatto grandi cose.
E poi ho pensato che, se sappiamo poco delle donne famose, figurarsi di tutte quelle donne creative, di quella Creatività che mettiamo in scena ogni giorno nell’inventare una cena o risolvere un problema di lavoro con una strategia alternativa.
Perciò ho pensato di fare un po’ di brainstorming con voi e di dare il giusto riconoscimento a tutte, avete piacere di farlo insieme?
Scrivete nei commenti i nomi di grandi donne creative, in qualsiasi campo, dalla moda alla scienza, dallo sport alla religione.
Ma anche nomi di donne che conoscete, nella vita o virtualmente, che anche senza grandi riconoscimenti ufficiali incarnano ogni giorno lo spirito Creativo.
Vi prometto di far ricerche su di loro e raccontarvi le loro storie di ispirazione 🌸💪🏻
LA RISPOSTA È DENTRO DI TE, MA È SBAGLIATA!
Recitava così un famoso sketch comico di tanti anni fa.
E a volte, purtroppo, questa affermazione è vera!
Sapete perché?
La risposta è sbagliata perché stiamo rispondendo alla domanda sbagliata, seguiamo un flusso di pensieri che porta solo a vicoli ciechi.
Ma per fortuna quando cambi la domanda... cambia tutto!
Se in questo momento desideri qualcosa che ti sfugge, ti serve solo la domanda giusta: quella che ti farà accendere la lampadina dell’illuminazione.
Questo è il lavoro di un Coach.
Per questo ho pensato di prepararvi un piccolo post delle domande illuminanti, da tenere a portata di mano in caso di necessità.
Possano le risposte dentro di voi essere sempre quelle giuste, d’ora in poi!
È mancata all’affetto dei suoi cari.
Non voglio farvi preoccupare, non è morto nessuno ma… qualcosa mi ha lasciata.
La ricorderò così, fedele compagna per 24 anni della mia vita, incrollabile certezza nei momenti di in cui nulla sembrava andare dritto tranne le cuciture, sempre pronta a distrarmi nei momenti di tristezza, simbolo di un grande amore di famiglia.
Sabato ho spento per l’ultima volta la mia macchina da cucire Elna, alla veneranda età di 60 anni, non è più riparabile.
Era la macchina da cucire della mia nonna Carla, l’aveva acquistata nel 1964.
Mia nonna p***e presto la vista, e quando smise di utilizzarla la conservò a lungo, in cuor suo forse sentiva che la sua storia non era ancora finita.
Quando nacque il mio amore per il cucito fu l’altra mia nonna, la mia nonna materna, a ricordarsi di quella macchina, addormentata in un armadio.
La mia nonna Emilia andò a recuperarla e me la portò a casa un giorno come tanti altri, e, senza saperlo, offrì un nuovo destino ad entrambe.
Potrei scrivere un romanzo sulla vita con la mia Elna, forse un giorno lo farò.
Oggi voglio soltanto celebrarla perché è solo una macchina da cucire, ma non è solo una macchina da cucire.
Mentre chilometri di filo si sono dipanati sotto le mie mani ho scoperto la bellezza dello studio, della sperimentazione, dei mille tentativi falliti e di quell’ultima prova che alla fine riesce.
Ho imparato che la maestria richiede tempo, allenamento, esercizio quotidiano, e non è immune da momenti di rigetto.
Che nulla è perduto se hai ancora una notte davanti: se la consegna è al mattino, una notte può essere lunga abbastanza per terminare.
E, più di tutto, ho ricevuto la libertà della Creatività.
Con lei mi sono allenata a trovare soluzioni quando agli occhi di tutti non ce né erano più, ho scoperto la meraviglia per le mie stesse capacità.
Ho trovato nelle mie mani un grande potere: quello di creare ciò che non ho.
Ora la mia Elna è riposta sull’ultimo piano della mia libreria.
Veglia su di me dall’alto, insieme alle mie nonne, e mentre la guardo mi rendo conto che ha un ultimo, semplice, insegnamento: il ciclo della vita si chiude, l’amore mai.
❤️
⚡Il lampo di genio è improvviso, ma non casuale.
Lo sapevi?
Avere un’idea Creativa è tutt’altro che un colpo di fortuna.
È frutto di un processo, scorri il carosello e scopri le 4 fasi per generare una buona idea.
Se sei nella “Fase 1” e hai bisogno di fare brainstoriming scrivimi in DM, chiacchieriamo, ti offro il mio punto di vista e, chissà… il lampo di genio potrebbe essere dietro l’angolo! 😉
“Ce la farò anche stravolta.”
La prima volta che ho letto questa frase l’ho trovata scritta sulla t-shirt di Anna, la mia compagna del corso di teatro.
Anna “mora” la chiamavamo, perchè nel corso c’era un’altra Anna, bionda.
Era inverno, e mentre salivo le scale che portavano alla sala prove ogni gradino era uno sforzo, tanta era la stanchezza fisica e mentale.
Ma non potevo non presentarmi alle prove, mancava davvero poco alla prima del nostro spettacolo di fine corso.
Mentre salivo rimuginavo su tutto quello che stava accadendo in quel momento: la separazione, la vendita della mia casa, il trasloco, il lavoro, anzi i tre lavori che facevo all’epoca, la costola che mi ero rotta e ancora mi faceva male, i soldi da far quadrare…
Iniziavo a pensare che non sarei riuscita a portare avanti tutto, forse avrei dovuto mollare qualcosa.
E poi, dopo le scale, in fondo al corridoio, trovai Anna.
Si voltò, sorridente e dolce come era sempre lei.
Indossava una t-shirt con una frase stampata: “Ce la farò anche stravolta”. La lessi e le sorrisi.
“Mi sembrava la t-shirt giusta per noi stasera” mi disse ridendo.
Sorrisi di più e mi dissi che aveva ragione, ce l’avrei fatta anche stravolta, e sopratutto mi dissi che non ero sola, ad affrontare tutto.
E andò così, non mollai nulla, feci tutto: la vendita della casa, il trasloco, i tre lavori e lo spettacolo, e probabilmente anche altro che ora non ricordo più… stravolta ma felice.
Da allora mi sono ripetuta spesso questa frase, è diventata quasi un mantra.
E ogni volta che me lo sono detta ho ripensato ad Anna, a quel momento, al suo sorriso, ed è un bel modo per me di ricordarla ora che lei non c’è più da tempo ❤️
Devo essermela ripetuta così tante volte questa frase da aver attirato, a Natale dell’anno scorso, come regalo, questa collana.
Ogni volta che la indosso mi ricordo che ce la posso fare anche quando la stanchezza si accumula, che non è necessario mollare qualcosa che amo e che non sono sola.
Ed è questa la verità, abbiamo solo bisogno che, ogni tanto, qualcuno ce lo ricordi.
Quel giorno lo fece Anna per me, oggi lo faccio io per te: ce la farai, anche stravolta 🌸
“Ti farai da parte?”
Storia di un gomitolo e di un ancoraggio: per non arrenderti e raggiungere ciò che vuoi.
È pomeriggio, fa caldo.
Il corso sta per terminare, tra poche ore saluterò tutti per l’ultima volta.
La mia mente già comincia a pensare con preoccupazione al “dopo”.
Cosa succederà dopo la fine del corso, nella mia attività…
Ma il corso non è finito.
Un ultimo esercizio.
La voce della trainer mi riporta alla realtà:
“Prendete un gomitolo di lana”.
Ne prendo uno rosa acceso, è ingarbugliato, mi piace.
Seguo la sua voce : “Il vostro gomitolo è il vostro sogno…per raggiungerlo c’è una strada da fare, dovete sciogliere i nodi… e poi riavvolgerlo, prendervene cura…è così che si realizzerà”.
Inizio a srotolare il mio garbuglio, tendendo il filo all’interno del cortile.
Non so bene dove andare, siamo in tanti e ci ostacoliamo a vicenda.
Tutto questo, mi dico, non ha senso ma ha senso.
Scelgo di tendere il filo davanti ad un box da cui non ho proprio mai visto uscire nessuno.
Mai, a parte oggi.
Una signora esce di casa e si lamenta: ha cose urgenti da fare, deve uscire dal box tra 20 minuti.
Penso che in fondo ha ragione, la sto bloccando.
Mi sembra giusto togliere il mio filo. Inizio a spostarlo.
“È questo che farai con il tuo sogno, quando a qualcuno non starà bene ciò che tu vuoi fare?
Ti farai da parte?”
La voce della mia trainer mi arriva alle spalle, come una fucilata.
Mi fermo. Mi osservo. È quello che sto facendo.
Non mi sembra più così tanto giusto.
Sai cosa? - mi dico- In 20 minuti io posso srotolare per intero il mio garbuglio e riarrotolarlo in un bellissimo gomitolo.
E così ho fatto.
Da allora lo tengo sulla mia scrivania.
In programmazione neuro linguistica lo chiamiamo ancoraggio.
In pratica, ogni volta che sorge una difficoltà, che qualcuno viene a intromettersi nei miei piani…
Il gomitolo mi dice: “Non arrenderti".
Collezioni piccoli atti di resa quotidiani?
Capita, finchè non capita più.
Scegli il tuo gomitolo, salva questo post se ti può essere utile, trova l’ancoraggio che preferisci, ma non farti più da parte.
Fai della tua vita ciò che vuoi tu.
Io stringo tra le mani il mio gomitolo e sono con te.
Desiderio, buon proposito o obiettivo?
Sono passati quasi 20 giorni dall’inizio dell’anno.
Questo è il momento in cui, in genere, i buoni propositi iniziano a sfiorire travolti dalla routine, dagli impegni, dalla vita.
È un ciclo molto normale.
Accade perché i buoni propositi non sono stati impostati come obiettivi veri e propri (e/o perché non li hai difesi ma questa è un'altra storia).
Partiamo dell’impostazione oggi.
C’è molta differenza tra desideri, propositi e obiettivi.
Quando sorge dentro di noi un bisogno nasce un desiderio.
Per esempio: dal bisogno di sentirsi più preparata al lavoro può sorgere il desiderio: “Vorrei saperne di più”.
Spesso il desiderio diventa un proposito.
Nel nostro esempio il desiderio diventa il buon proposito: “Voglio studiare di più quest’anno”.
Il problema sorge perché poi i buoni propositi non si trasformano in veri obiettivi.
Rimangono pensieri nella mente, restano un po’ per aria senza mai essere messi davvero a terra.
Ma senza la terra in cui radicarsi e trarre nutrimento i propositi, come i fiori, non possono vivere.
Ti risuona questa situazione?
Vuoi che i tuoi propositi sboccino come fiori a primavera ma non sai come metterli a terra per bene?
Seguimi, nei prossimi post ti aiuterò a trasformare il tuo buon proposito in obiettivo 🌱🌸
IL VALORE DI UN ANNO (buon inizio 2024!)
Per capire il valore di un anno,
chiedi ad uno studente che ha perduto un anno di studio.
Per capire il valore di un mese,
chiedi ad una madre che ha partorito prematuramente.
Per capire il valore di una settimana,
chiedi all'editore di un settimanale.
Per capire il valore di un'ora,
chiedi a due innamorati che attendono di incontrarsi.
Per capire il valore di un minuto,
chiedi a qualcuno che ha appena perso il treno.
Per capire il valore di secondo,
chiedi a qualcuno che ha appena evitato un incidente.
Per capire il valore di un milionesimo di secondo,
chiedi ad un atleta che ha vinto la medaglia d'argento alle Olimpiadi.
Dai valore ad ogni momento che vivi,
e dagli ancor più valore se lo potrai condividere con una persona speciale,
quel tanto speciale da dedicarle il tuo tempo e ricorda che il tempo non aspetta nessuno.
Marc Levy
Care ragazze, vi auguro un anno di valore, un anno prezioso, un anno da ricordare.
Vi auguro un anno in cui ogni momento sia ricco di concretezza, di costruzione, di realizzazione e di gioia!
Buon Natale ragazze mie!
Che lo amiate alla follia o lo detestiate cordialmente…
Che lo passiate con mille persone o pochissimi intimi…
Che abbiate appena deciso di cambiare qualcosa, siate nel bel mezzo del processo o siate ad un passo dal vostro obiettivo…
Di qualunque tipo sia il vostro Natale vi auguro di viverlo con la gioia nel cuore e vi auguro di ridere, ridere tanto!
Auguri a tutte!
IL TUO REGALO!
🥂 Oggi è una giornata storica per me e voglio celebrarla con voi.
😜 Son sopravvissuta per 24 giorni di fila alla creazione e pubblicazione di un contenuto di valore al giorno (oltre agli eventi ordinari e straordinari della vita).
🎁 Ovvero ho appena programmato l’ultimo contenuto, per domani, del Calendario del Cambiavvento!
Workbook, meditazioni, strategie di problem solving, risate, buona musica, tecniche anti-sindrome dell’impostore, storie d’ispirazione, suggerimenti di lettura, spunti neuroscientifici per migliorare le relazioni…
🎯 Dentro le caselline di questo Calendario ci ho messo più di 24 modi e strategie per raggiungere ciò che volete nella vita.
(Oltre che cuore, anima ed energia).
Il Calendario del CambiAvvento si conclude domani ma è venuto così ricco e prezioso che ho deciso di fare un regalo a tutta la mia Community gratuita “Gioia Pura”, e a tutte le persone che si vorranno unire:
Lascio tutti questi contenuti disponibili all’interno del gruppo Facebook.
Se in queste vacanze di Natale vuoi dedicarti a lavorare al tuo Cambiamento,
Se vuoi davvero raggiungere il tuo obiettivo nel 2024,
Nella Community ti aspetta il tuo regalo, anzi i tuoi 24 regali 😉
Ecco il link per accedere:
https://www.facebook.com/groups/gioia.pura
Ti aspetto.
Gli obiettivi sono come l’uva: vengono in grappoli!
Difficilmente quando affrontiamo un cambiamento ci troviamo davanti a una sola cosa da modificare e/o raggiungere.
Non è sempre facile distinguere quale davvero sia il cambiamento o l’azione da fare per prima cosa.
Ad esempio, se vuoi un nuovo lavoro che ti faccia sentire più realizzata la prima azione potrebbe non essere mandare curriculum vitae.
Potrebbe essere migliorare le tue competenze in una specifica area del tuo lavoro. Oppure potrebbe essere capire cosa, in termini pratici, misurabili e concreti, davvero ti fa sentire realizzata.
Se vuoi una nuova relazione soddisfacente, andare a tutte le feste (o su un’app di incontri) alla “ricerca” di un nuovo compagno potrebbe non essere la prima cosa da fare.
Forse potresti dover trovare del tempo da dedicare alla relazione, oppure definire le "cose" che cerchi davvero per essere felice in coppia.
Insomma non è facile ma è importante riconoscere qual è il primo punto su cui intervenire.
O potresti ritrovarti bloccata sulla strada del cambiamento e sb****re la testa sempre sullo stesso muro.
Per evitare di finire in un vicolo cieco poniti queste domande e valuta se il tuo obiettivo è davvero prioritario o non vada, invece, reindirizzato:
❗️ Senti che è arrivato il momento di realizzare questo cambiamento o deve prima avvenire qualcos'altro?
🚨 Qual è la tua urgenza adesso?
Ti eri mai posta queste domande?
Alla luce di queste riflessioni, pensi cambi qualcosa nella strategia che ti porterà ad ottenere ciò che vuoi?
🌸 Se ti va, condividi i tuoi pensieri, ti leggo e ti offro il mio supporto, nei commenti o nei dm, sempre con grande piacere.
Ti sei mai fatta fregare dall’emozione?
Non c’è cambiamento significativo che avvenga senza trovare sfide sul proprio cammino.
E le difficoltà non vengono mai sole: sono sempre in compagnia delle emozioni!
A volte le emozioni legate al cambiamento sono così forti…che ti fregano.
L’intensità della paura, della tristezza o della rabbia, ad esempio, può diventare così grande da paralizzarti o farti compiere azioni controproducenti per il tuo obiettivo.
Se capita anche a te, per iniziare a navigare meglio le tue emozioni e raggiungere ciò che vuoi con più serenità puoi iniziare con 3 step:
☀️ Fai chiarezza: dai un nome a ciò che provi.
Aspettativa, noia, terrore, vigilanza, pensierosità, estasi, stupore…cosa esattamente stai provando?
❤️ Se ciò che ti dici è soltanto: “Ho l’ansia”, sei d’accordo con me che è un po’ ampio e vago?
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Ci sono altri 2 semplici step per non farti fregare dalle emozioni ed imparare ad usarle a tuo vantaggio, entra nella Community gratuita “Gioia Pura” per conoscerli e avere il mio supporto.
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Hai scelto i tuoi Alleati?
C'è qualcuno che ti supporta nel raggiungere il tuo obiettivo?
“Scegli i tuoi alleati e impara a lottare in compagnia, perché nessuno vince una guerra da solo.” dice Paulo Coelho.
Ed è vero, per raggiungere ciò che vuoi con gioia devi avere accanto qualcuno che ti sostenga.
Se ti stai dicendo che non è così facile, che anche le persone vicine ti remano contro, che del tuo obiettivo non interessa niente a nessuno...ti comprendo bene.
Noi donne ci facciamo spesso carico di tutto in modo automatico, fatichiamo a chiedere, veniamo lasciate sole di default in questa società.
Ma il Cambiamento è sempre possibile, sono certa che sei d'accordo, altrimenti non saresti qui con me, a leggere questo post.
Se quello degli Alleati è un tema che ti risuona, ho preparato per te la guida: "Come trovare i Tuoi Alleati”.
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