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FINO A CHE ETÀ SI PUÒ FARE RADIO? 👴 👵
Giorgio d'Ecclesia risponde a questa domanda che sempre più spesso ci pongono gli ex speaker e gli aspiranti speaker che hanno raggiunto gli "anta":"Fino a che età posso provare ad entrare in una radio? Vale la pena provarci anche se ho 50 o 60 anni o non posso più realizzare il sogno di lavorare in radio?".
La risposta di Giorgio è sempre la stessa: "Non esiste un'età per cominciare o finire di fare radio, la voce non invecchia, matura. C'è bisogno di esperienza di vita e di grande capacità di argomentare per fare questo mestiere e lo dimostra il fatto che gli speaker più importanti attualmente in onda nelle radio italiane hanno una media di 50 anni, se non più".
👉 Inoltre, sono tanti gli allievi di dei corsi di radiospeaker.it di "una certa età" che hanno trovato un posto in radio subito dopo aver frequentato uno dei nostri corsi per speaker radiofonici, tra questi ve ne nomino tre che ricordo con particolare piacere: Felice Fulco di M100, Alessandra Aureli di Radio Italia anni 60 e Renato Tradico di Radio Reporter.
E tu a età hai cominciato a fare radio?
IMPROVVISARE IN RADIO? Prova la lettura improvvisata suggerita da Giorgio d'Ecclesia - Consulente Radiofonico
Linus, direttore e speaker di Radio Deejay, ha chiuso l’edizione del World Radio Day 2022, la lunga maratona di interviste nel più grande evento radiofonico online.
Ecco il suo intervento con Giorgio d'Ecclesia
COS'E' LA STATIONALITY?
"La Stationality non è altro che la Personalità di un’Emittente Radiofonica: l’insieme delle caratteristiche distintive che rendono unica e distinguibile una Stazione Radiofonica dall’altra e che ogni Editore e Station Manager dovrebbero tenere in considerazione come guida per determinare tutte le scelte della propria Emittente." (Giorgio d'Ecclesia)
Leggi l'articolo completo qui:
https://www.radiospeaker.it/blog/stationality-radio/
Vuoi parlare più velocemente?
Scopri la tecnica della matita in bocca con Giorgio d'Ecclesia
L’errore in diretta è la cosa migliore che ti possa capitare!
Ecco perché:
1. Sbagliando in onda dimostri al pubblico che sei live. Non c’è miglior dimostrazione per far capire che sei in diretta: se sbagli vuol dire che non hai modo di tagliare l’errore e tornare indietro, quindi vuol dire che sei dal vivo.
2. L'errore ti rende una persona reale e toglie quella patina di perfezione fastidiosa. Se c’è una cosa che non sopporto è la gente perfetta. Preferisco la gente che sbaglia, che ammette di sbagliare e che se sbaglia si rialza, magari con il sorriso.
3. L'errore ti rende più simpatico agli occhi degli ascoltatori. Se sbagli e ci ridi su, diventi automaticamente più simpatico. L’errore ti da l’occasione per essere auto-ironico.
4. Sbagliare con disinvoltura dimostra sicurezza. Se sbagli, ci ridi su e vai avanti, dimostri a tutti che sei sicuro di te, che sai quello che stai facendo, che non hai paura del microfono e che non ti imbarazza l’opinione degli altri.
Quindi, se dovessi impappinarti in diretta, ringrazia è il momento migliore per dimostrare che sei dal vivo, sei uno di noi, sei simpatico e non ti spaventa stare in onda. Sorridi e vai avanti, the show must go on!
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Come gestire l'errore in radio? Ce ne parla Giorgio d'Ecclesia
Pronti per la ? 🤩
Il 13 Febbraio è il World Radio Day e noi di Radiospeaker.it celebreremo la radio con il Primo e il più grande evento radiofonico online!
8 ore di diretta con i più grandi radiofonici di tutta Italia, con alla conduzione Giorgio d'Ecclesia
C’è un problema però: pare che 8 ore di fila siano considerate sequestro di persona… la nostra Giulia Gullaci si sta informando a riguardo.
Quanto è importante la sezione podcast sul sito di una Web Radio?
Ne ha parlato Giorgio d'Ecclesia durante il suo speech al Web Radio Festival 2017
Quanto è importante la formazione in radio?
Come ha detto il nostro Giorgio d'Ecclesia "La formazione è la dose "booster" contro il virus della mediocrità."
Quanto sono importanti i social per le Web Radio?
Ne ha parlato Giorgio d'Ecclesia nel suo speech al Web Radio Festival 2016