20/06/2022
IL BAMBINO CON ADHD: L'USO DEL RINFORZO PER LE AZIONI CORRETTE
Durante gli incontri di Parent Training spiego sempre ai genitori l'importanza di rinforzare i comportamenti positivi del bambino.
Ma che cos' è un rinforzo e perché è così importante premiare il bambino tutte le volte che mette in atto un comportamento adeguato?
"Si definisce rinforzo un qualsiasi evento, oggetto, comportamento o situazione che favorisce la comparsa di un'azione alla quale il rinforzo stesso sia seguito come conseguenza".
Es. Se il bambino solitamente si prende cura del proprio animale domestico, si rinforza tutte le volte che gli dà da mangiare.
Il principio di base è che se il bambino viene rinforzato tutte le volte che mette in atto un comportamento adeguato è più probabile che quel comportamento positivo si ripeta nel tempo, proprio perché ha una conseguenza piacevole per il bambino.
Ma come deve essere il rinforzo?
Alcune volte, perplessi, i genitori mi chiedono:
- Ma devo fare i regali al bambino ogni volta che si comporta bene?
Per rinforzo si intende una gratificazione come:
➡️Attenzione e affetto
➡️Lode verbale
➡️Piatto preferito
➡️Fare una gita
➡️Invitare un amico a pranzo
➡️Andare al parco
➡️Il dolce preferito
➡️Un piccolo giocattolo
➡️Gioco preferito.
Inoltre il rinforzo deve essere immediato e soprattutto nella prima fase, costante; cioè si premia il bambino tutte le volte che mette in atto il comportamento adeguato.
-Ma il mio bambino non si comporta mai bene e non mi ascolta mai.
ALT: IMPOSSIBILE!
Il genitore alle prese con le difficoltà di gestione del bambino potrebbe facilmente soffermarsi a notare solo i comportamenti inadeguati, per questo motivo, invito i genitori a farsi "spettatori" e a cercare di notare tutte le volte in cui il bambino risponde positivamente alle loro richieste.
08/06/2022
Quando sei anni fa, mi presentai come Tutor Dsa e Adhd in una scuola media, una docente di inglese, mi accolse con una lamentela unica!
Finché ebbe la bocca aperta, mi disse che Emilio (nome di fantasia), Dsa e Adhd di grado severo (grave) era un caso che andava oltre ogni disperazione e che, in trent'anni di insegnamento non aveva mai visto nulla di simile!
Premetto che Emilio, era un ragazzino iperattivo stupendo, dolcissimo, ma tutto chiuso in se stesso come un piccolo riccio spaventato, così terrorizzato, da non riuscire ad articolare una parola alla lavagna, davanti a tutta la classe.
Emilio fu per me, un caso a dir poco difficile ma non disperato.
Disperata era la docente che non sapeva cosa fare con lui e di lui.
Risparmio qui a voi, tanti dettagli di ciò che feci con Emilio.
Dirò semplicemente che iniziai...da zero, dall'alfabeto, dalle sillabe, ma dopo mesi e mesi di studio, di esercizi e pagine di schemi compensativi, arrivammo ad un punto.
Quel punto per Emilio diventò un trampolino dal quale si tuffò: prima con piccole frasi e poi con interi brani su gli indiani d'America: i suoi preferiti .
Tutte queste mie parole per arrivare a cosa?
Al fatto che ci sarà sempre qualcuno che non crederà negli studenti seduti all'angolo della classe ma questo però non deve scoraggiare nel credere nella bellezza e nelle capacità di un ragazzino, al quale la docente chiese scusa (ammise di non aver capito la sua situazione) e mesi dopo lo premiò con un bel 9! ❤️
05/05/2022
👉🏻Da dove nascono i comportamenti problema?!?
❌ Semplicemente non nascono: non si tratta di un germoglio innato che in alcuni individui della specie cresce...
✅ I comportamenti problema si apprendono: l'ambiente li insegna.
Come❔❓❔
L'ambiente seleziona quel comportamento problema, rinforzandolo.
Accidentalmente, le prime volte.
Immaginate un soggetto con limitate capacità comunicative (o addirittura inesistenti) che ha gli stessi bisogni di tutti gli altri soggetti di pari età, ma che non sa come comunicarli.
Immaginate ora gli adulti che vivono con questo soggetto mossi dalla motivazione di soddisfare ogni suo bisogno, che osservano come unici comportamenti pianti, urla o comportamenti aggressivi.
L'adulto per capire la motivazione del soggetto e la funzione del suo comportamento (che ricordiamo non essere funzionale e socialmente accettabile, quindi stabilita come tale dalla comunità), non ha altre strategie che procedere per prove ed errore.
In altre parole, a fronte di un pianto, l'adulto proverà a dare un biscotto, proverà a coccolare, spegnerà la TV che trasmetteva il telegiornale...
Manipolerà tutte le variabili, procedendo per tentativi, fino a che non troverà quella variabile che farà cessare il comportamento problema.
Così avviene il doppio rinforzo:
👉🏻Rinforzo del comportamento problema,
👉🏻Rinforzo negativo del comportamento dell'adulto che sente cessare il comportamento del soggetto.
Cosa non fare❔❓❔
NON FACCIAMO un processo di colpe.
Facciamo gli analisti del comportamento, non i giudici e non i maestri di vita, perché crediamo che là fuori le cattedre sono già tutte esaurite.
Cosa fare❔❓❔
Detto in termini molto generali e non applicabili al singolo caso, partiamo proprio dall'osservazione delle contingenze avvenute nell'ambiente (antecedente-comportamento problema-conseguenza) per capire quale funzione quel comportamento assolve in quell'ambiente. Infine procediamo insegnando la risposta alternativa funzionale e non rinforzando più (rinforzo differenziale) il comportamento problema.
19/04/2022
SETE DI PERCHÉ
“Siediti bene vicino al tavolo”.
“Tirati su le maniche prima di lavarti le mani”.
“Prima ti cambi e poi giochi”.
“Questo è l’ultimo biscotto poi bisogna lavarsi”
Sono solo alcune delle frasi che pronuncio con tono più o meno minaccioso tra le 7.30 e le 8.30 di mattina in quello spazio di tempo che, a seconda dei giorni, sembra durare come un soffio di vento o quanto mezza giornata.
Alcune volte tutto scorre in piena armonia, il clima è disteso, facciamo colazione tutti e quattro insieme e riusciamo a goderci questi momenti prima della scuola e del lavoro.
Ci sono mattine, invece, in cui loro sembrano tarantolati, noi ancora in coma e tutto diventa pesante e faticoso… i toni si alzano e capita che ci salutiamo arrabbiati e nervosi chiedendoci, noi grandi, cosa potevamo fare diversamente e, loro piccoli, che cosa sia successo.
Il punto è spesso proprio questo: vorremmo tutti sapere il perché di ciò che accade. Ma, ripensando a quelle mattine turbolente, una delle cose che non ha sicuramente funzionato nella comunicazione riguarda i “perché”. È uno dei temi sui quali mi soffermo con gli adulti con cui lavoro perché sono convinto sia vitale per costruire una buona relazione con i piccoli.
Motivare le nostre richieste o affermazioni, dire i perché di tutto ciò che li riguarda e spiegare le motivazioni di ciò che accade comporta uno sforzo enorme per noi grandi ma penso che sia un buon modo per aiutarli a comprendere e a dare senso alle esperienze che vivono.
Perché altrimenti dovrebbero fare ciò che gli chiediamo? Perché mai dovrebbero agire in maniera opposta ai loro desideri? Perché fare in fretta quando avrebbero voglia di rallentare? Perché mangiare a tavola quando farlo a testa in giù sul divano sarebbe molto più piacevole?
Un tempo, uno sguardo inceneritore di un adulto, uno strillo, una minaccia o la paura di non rispondere alle aspettative di mamma e papà ci avrebbero forse costretto ad ubbidire. Ma oggi è ormai chiaro a tutti che imparare per paura non è la stessa cosa rispetto al farlo per sete di conoscenza. È sicuramente un processo più lento, faticoso e frustrante ma io credo che sia una via rispettosa e che ben si adatta al modo di conoscere dei piccoli.
Il perché di ogni cosa aiuta a soddisfare la loro sete di sapere e permette a noi adulti di porci in una posizione di guida più che di poliziotto che intima o sanziona. “Non si mangia a testa in giù sul divano perché è pericoloso e potresti strozzarti” è una buona motivazione perché è comprensibile, ha a che fare con il male e il bene e non si riferisce ad un capriccio adulto ma ad un pericolo reale.
Non è naturalmente possibile trovare dei perché che veicolino sempre questo messaggio ma è vitale fare lo sforzo di provarci. Dopo qualche tempo, potreste osservare con sorpresa che le lotte di potere con i vostri bimbi si saranno alleggerite.
24/03/2022
Photos from Centro Clinico Italiano per l'ADHD's post
24/03/2022
Dott.ssa Giada Nucifora Analista del Comportamento updated their phone number.
Dott.ssa Giada Nucifora Analista del Comportamento updated their phone number.
20/03/2022
Timeline photos
Please join us in honoring World Behavior Analysis Day, which recognizes the achievements of behavior analysis and applauds the many individuals across the globe who have helped make the field what it is today.
15/03/2022
Disturbo Della Condotta cos'è, sintomi e trattamento
Disturbo Della Condotta cos'è, sintomi e trattamento
Cos’è il disturbo della condotta? Il bullismo fa parte di questo disturbo? Quali sono i sintomi e come si può curare? Scopriamolo insieme.
07/03/2022
"Prima di tutto si devono gettare nella mente del bambino i semi dell'interesse;
non tener conto di questo imprescindibile principio, è come progettare una casa senza pensare alle fondamenta."
- Maria Montessori
L’importanza del ruolo ricoperto dalla motivazione è alla base dell’ABA - Analisi del Comportamento Applicata
03/03/2022
Allievi autistici: in classe o fuori? Consigli per insegnanti di sostegno | autismocomehofatto
Allievi autistici: in classe o fuori? Consigli per insegnanti di sostegno | autismocomehofatto
«Voi italiani avete incluso i bambini autistici nelle classi, al pari dei termosifoni». Questo è il parere di Theo Peeters, un neurolinguista belga, deceduto a marzo del 2018, studioso dell’autismo e che in poche righe riassume quello che penso anch’io sull’inclusione e l’integrazione sco...
26/02/2022
COSÌ IMPARI
Su questa foto - aneddoto vi parlerò in due post.
🙂
1. Questo pomeriggio Marta in un accesso di ira ha sbattuto la sua bacchetta magica contro la sedia.
Non appena ha realizzato le conseguenze del suo gesto ha iniziato a piangere forte.
E io... 💭❓
Io ho sentito emergere dentro di me l'istinto di dirle una frase risentita, autoritaria, insensata, diseducativa ed automatica: "Così impari!".
La rabbia, il desiderio di rivalsa e di potere che la accompagnavano mi invadevano il corpo e premevano perché io insistessi in quella direzione e insegnassi a Marta ad apprendere l'effetto delle sue azioni con quella frase che di fatto nulla era se non un - mi ripeto - insensato e diseducativo rimprovero.
Ho lottato dentro di me e sono riuscita a controllarmi ricordando che tutta quella roba lì aveva a che fare col mio passato (con quanto avevo ricevuto) e con il desiderio delle mie parti pferite ed umiliate di rifarsi ed avere potere oggi.
Ho così accolto Marta e le ho detto più volte (in ordine sparso): "Mi spiace tesoro... purtroppo non sei riuscita a gestire bene la rabbia, hai sbattuto forte la bacchetta e si è rotta... ti capisco.. è capitato anche a me di non controllare la mia rabbia e ho rotto degli oggetti... so che è una esperienza spiacevole.. Lo so.. ti capisco... vedrai che piano piano imparerai...".
Lei ha continuato a piangere per la rabbia e per la tristezza.
"Non è giusto!" diceva urlando e piangendo... "la voglio riparare".
Ho accolto ancora la rabbia: "È normale, ora sei arrabbiata... poi passa...".
Poi di fronte ai suoi vani tentativi di riparare la bacchetta (il punto di rottura è di difficile stabile riparazione) la sua rabbia si manteneva unitamente all'avanzare della tristezza per il lento realizzare che la bacchetta, nella sua forma originaria, era irrecuperabile e dunque perduta.
Ho continuato a mostrare comprensione: "mi spiace, ti capisco.. è brutto lo so...".
Poi piano piano tutto è passato. 🙂
Delle fasi che Marta ha attraversato, protesta/rabbia e tristezza/rassegnazione vi parlo nel post numero 2 di domani, intanto qui semplicemente domando:
💭❓ Quando da piccoli abbiamo commesso un errore che ci ha portato a conseguenze spiacevoli cosa avremmo voluto sentirci dire?
E oggi quando sbagliamo cosa vogliamo sentirci dire?
Sono la pazienza, l'umanità e la comprensione che permettono alla mente del bambino di imparare.
🫂💜🌈
📍 Posso aiutarti a capire i tuoi automatismi disfunzionali con gli altri, te stesso e i tuoi figli 💎🤩
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16/02/2022
Sette punti per ottenere il controllo istruzionale con il vostro bambino.
Sette punti per ottenere il controllo istruzionale con il vostro bambino.
Emergenzautismo - Emergenza Autismo - portale di informazione e ricerca sull'autismo
10/02/2022
Utili consigli trovati online…
09/02/2022
Mai dimenticarsi del bambino che abbiamo di fronte ♥️
SAI GODERTI IL MOMENTO?
In questi giorni è successa una cosa che mi ha fatto pensare, non più del solito, ma sicuramente in maniera diversa.
Ero andata a prendere Filippo all’asilo, entro in classe e la maestra lo chiama per avvisarlo che ero arrivata.
Filippo si gira e con un sorriso a 28 denti si precipita da me tutto contento. Mi abbraccia, scappano urletti di gioia e un po’ di rigidità alle braccia, con lo sguardo inchiodato nel mio.
Beh, il mio pensiero è corso subito ad analizzare la corsa, la rigidità, il suo modo di comunicare la gioia nel vedermi e ragionare su che lavoro fare per rendere più fluidi e coordinati i movimenti o come strutturargli una comunicazione funzionale per fargli esprimere quella gioia a parole.
Ma mentre mi guardava e gli prendevo la giacca mi sono detta:
“certo che sei cretina a non goderti questo momento”.
L’ho abbracciato ancora più forte e ho assaporato tutta la sua “frizzante” gioia.
Impiego davvero tantissimo tempo sui libri, nei confronti, nello strutturare routine che stavo per perdere ciò che davvero conta.
Dovrei imparare a “chiudere il libro” ogni tanto e godermi quel tempo da vivere giusto per il gusto di passarlo con lui.
A te capita mai di dire “al diavolo tutto” e vivere un momento con il tuo bimbo?
05/02/2022
“He’ll eat when he’s hungry.”
How many of you have heard that about your picky eaters?
Charlie, like many autistic kiddos, would seemingly rather starve than eat something he doesn’t like.
Sometimes it’s the texture, sometimes the smell. Could even be the shape! Or color. He can be quite…choosey.
But when people with autism don’t want to eat something, they’re not being “brats.” It can be a genuinely painful, horrible experience for them.
So, sadly, no, he won’t simply eat when he’s hungry. Not always. He’ll wait ‘til we give in — and that, we’ve found, can be a long time. Often too long.
We did feeding therapy, years ago, and it helped a lot, but we still have a ways to go with Charlie.
28/01/2022
Italian Translation of A Perspective on Today’s ABA by Dr. Hanley
Italian Translation of A Perspective on Today’s ABA by Dr. Hanley
Una prospettiva sull’ABA contemporanea See below for an Italian translation of Dr. Hanley’s essay on Today’s ABA. Please also find a PDF of this translation here. We would like to thank…
24/01/2022
Photos from Psyched's post
18/10/2021
GIANNI RODARI: «Al bambino non possiamo consegnare l’Oceano, un secchiello alla volta. Però gli possiamo insegnare a nuotare nell’Oceano e allora andrà fin dove le sue forze lo porteranno, poi inventerà una barca e navigherà con la barca, poi con la nave. (...) La conoscenza non è una quantità. È una ricerca. Noi non dobbiamo dare ai bambini quantità di sapere, ma strumenti per ricercare (...)».
22/09/2021
He’s nonverbal, but he hears you.
When you’re around nonverbal/nonspeaking people, remember that just because they can’t speak doesn’t mean they can't communicate. And just because they can’t answer you doesn’t mean they don’t hear you or understand you.
I don’t have access to Charlie’s mind, but that I know — he understands a lot more than he lets on. He doesn’t answer us, but he hears us. He takes it all in.
Of course, there are not yet any back-and-forth conversations, but I know that somehow, much of what he hears around him is not lost.
Maybe all the information he hears is just waiting for its time to shine and express itself to the world.
15/05/2021
Soltanto perché non può parlare non significa che non capisca. | autismocomehofatto
Soltanto perché non può parlare non significa che non capisca. | autismocomehofatto
Quando le persone non parlano prevale spesso la tendenza a immaginare che non capiscano quello che diciamo e quindi smettiamo di parlare con loro.
15/04/2021
LA MOTIVAZIONE
Spesso in molti bambini con autismo o con altre difficoltà dello sviluppo si incontrano problemi di scarsa motivazione (scarsa spinta ad agire, ad esplorare,a giocare... ); spesso il bambino cerca solo determinate esperienze (repertorio di interessi e attività ristretti) rimanendo freddo, distante e/o totalmente indifferente ad altre. Possiamo cercare di rafforzare la sua motivazione considerando questi 3 punti:
- è Motivante ciò che si capisce. Se la cosa è confusa, scombinata o complessa non si è motivati a provare.
- è Motivante ciò che si è in grado di fare. Se si conosce almeno un po’, ci si prova più volentieri. Se invece è totalmente nuova o sopra le proprie possibilità, si rinuncia.
- è Motivante ciò che risponde al proprio stile percettivo ed emotivo: i bambini con autismo spesso sono molto “visivi” (interessati a colori,forme,luci,movimenti...) e/o “uditivi” (interessati a suoni, musica, melodie..)
Da tutto ciò capiamo come sia importante adottare proposte in modo che gli oggetti e le attività che predisponiamo e offriamo al bambino con autismo parlino da sole alla sua motivazione, senza bisogno della nostra presentazione o pressione.
06/04/2021
Linea Guida n. 21 “Il trattamento dei disturbi dello spettro autistico nei bambini e negli adolescenti”
Linea Guida n. 21 “Il trattamento dei disturbi dello spettro autistico nei bambini e negli adolescenti”
Visita l'articolo per saperne di più.
04/04/2021
L'ABA non è una terapia, non é un trattamento, non è un metodo,...
L'ABA È una SCIENZA!!!
L' ABA è la scienza Applicata del Comportamento e consente di modificarlo attraverso manipolazione sistematica dell'ambiente, identificando le variabili responsabili del comportamento stesso.
Il rigore metodologico e l'evidenza scientifica dei risultati che, caratterizzano l' ABA, hanno portato a designarla scienza elettiva per il trattamento dei disturbi dello spettro autistico (linea guida 21 ISS). Tuttavia, l'ABA non è solo ad appannaggio dell'autismo ma, di qualunque comportamento umano o animale che necessiti di essere modificato.
Conditio sine qua non per la corretta applicazione della scienza ed il raggiungimento degli obiettivi è l'alta formazione e competenza dei professionisti.
04/04/2021
🗣️"L'ABA è troppo rigida, non fa al caso nostro"❗❕❗
Quante volte L'ABA viene squalificata, anche da professionisti del settore, con frasi di questo genere?
Che significa essere rigidi? 🤔
Proviamo a comprendere le origini di questo pregiudizio.
👉🏻L'ABA è una scienza e in quanto tale presenta principi e procedure validati sperimentalmente.
È in continuo divenire, pertanto gli analisti si tengono al passo con le ultime evidenze scientifiche e studiano la letteratura, partecipano a workshop o convegni.
L'analista dunque non aderisce rigidamente alle conoscenze studiate durante la sua iniziale formazione, ma è tenuto a studiare e formarsi annualmente al passo con le ultime ricerche. 📚
👉🏻Ogni intervento prende piede da un assessment iniziale, dove vengono valutati comportamenti da incrementare, da diminuire o da riportare sotto il controllo degli stimoli ambientali adeguati. L'intervento è altamente individualizzato e tiene in considerazione l'ambiente, i rinforzatori, le motivazioni, gli altri significativi...
Le valutazioni proseguono in itinere per indagare se sono necessari degli aggiustamenti all'intervento o per rivedere/aggiungere obiettivi.
Gli analisti dunque non implementano rigidamente "pacchetti di intervento" prestabiliti, ripescati dal proprio repertorio. Studiano e creano un intervento a misura di individuo. 🔎
👉🏻 L'analista non interviene sui comportamenti in modo rigido e standardizzato. Ogni comportamento di "pianto" sarà analizzato alla luce delle variabili ambientali che lo precedono e lo seguono, in quel preciso ambiente, di quell'unico individuo.
Ogni comportamento viene quindi analizzato e trattato come unico nel suo ambiente. 📝
Alla luce di queste considerazioni,
possiamo dire che l' ABA è rigida?!?
04/04/2021
Sapete che i primi segnali di Autismo si osservano già nel primo anno di vita? 🔍
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Nel bambino molto piccolo i segnali indicatori di Autismo si manifestano molto più spesso come assenza di comportamenti che rappresentano tappe evolutive fondamentali nel percorso di sviluppo, piuttosto che come presenza di comportamenti eccessivi o atipici. In particolare non è da trascurare:
⚠️scarsa attenzione alle persone e ai volti
⚠️ poca o nessuna responsivitá al proprio nome
⚠️assenza di comportamenti comunicativi gestuali, come puntare il dito verso gli oggetti
Rilevare queste anomalie e riportarle al pediatra è fondamentale per poter valutare la necessità di attivare interventi precoci. La plasticità del cervello in questa fase della vita consente agli abilitatori di reindirizzare le traiettorie di sviluppo in modo efficace, riducendo la possibilità di disabilità correlate.
02/04/2021
Photos from Edizioni Centro Studi Erickson's post